lunedì 30 settembre 2024


16/09/2010 07:18:07 - Manduria - Attualità

Indovina chi viene in classe ?

Nemo propheta in patria: nessuno è profeta nella sua patria. Che sia latino o evangelico questo detto, poco importa, ciò che conta è il suo significato. Perciò, i battaglioni della leva scolastica, per il tutto esaurito a scaglioni della riapertura della scuola, assistono all’epocale cambiamento di tendenza: gli italiani stranieri in patria, rispetto a intere classi multietniche, surclassanti il numero di studenti  di casa nostra.
Il censimento nelle scuole, all’inizio di questo anno scolastico nuovo di zecca, specchio dei tempi moderni, porta intere sezioni di melting pot culturale, patchwork di popoli ed
etnie, from all over the world, molto benetton per colori ed abitudini.
Si ridefinisce la popolazione scolastica alla luce della presenza crescente di stranieri nel nostro paese; se nei primi anni del ‘900 gli italiani vanno alla conquista dell’America e del mondo, l’Unione Europea, la condizione politica di alcuni Paesi, inadatta alla crescita libera di donne e bambini, la globalizzazione, ed altre diavolerie, generano flussi migratori in quantità industriali, in parte attratti dal miraggio di un nostro apparente benessere.
Se da un lato la scuola svolge, oltre a tutto il resto, un importante ruolo di mediatrice culturale all’insegna della tolleranza dei popoli, dall’altro, fenomeni di omofobia a parte, emerge l’impreparazione di un nostro ordinamento scolastico, incapace di affrontare la questione, stranieri in classe con mezzi e strutture adatte.
Non poche volte, mancano all’interno della scuola figure come quelle del mediatore culturale, che, aiutino i ragazzi al graduale integrarsi negli istituti, dove, l’impossibilità alla comunicazione spicciola li isola anche nella richiesta delle esigenze di base.
Ma i ragazzi si adattano ai cambiamenti e, per fortuna, il linguaggio dell’amicizia supera barriere architettoniche e limiti  burocratici, cementando con la curiosità, tipica dei giovani, i rapporti.
In fondo, si tratta di antropologia ed etnografia apprese sul campo, una moderna lezione di lingue a tuttotondo in diretta, momento per momento, per rimarcare la veridicità di quanto mostrato nei libri. Dopo l’ondata degli albanesi negli anni ‘90, ed in conseguenza dei flussi migratori dei noti vu cumprà, curdi, arabi, africani in senso lato anzi latissimo, cinesini, a spasso per le nostre scuole nel girotondo ecumenico formato 0-18, ai quali deve essere riconosciuto il merito di aver sollevato molte questioni
all’origine del fenomeno migrazione, l’altra faccia di riluttanze sociali talvolta incontrollate, esempi di razzismo da soggetto di articoli a 9 colonne.
Nei piccoli, alla scuola della vita, la speranza di un mondo di maggiore rispetto a regime, tra gli occhi a mandorla, la pelle di un colore trendissimo, e qualche sgargiante abito, magari poco comodo. Sotto il cielo d’Italia, la scuola sa di diverso, segnando il passo di un futuro che avanza in fretta, con estremismi nell'angolino e leggi ad oc nell’interesse di tutti, per celebrare i mondiali, non solo di calcio, ma di collaborazione tra gli uomini.

Mimmo Palummieri










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