lunedì 30 settembre 2024


30/01/2009 09:13:49 - Manduria - Attualità

Pompeo Stano: «La crisi della nostra agricoltura è frutto di una mancata e seria programmazione»

 
Il nostro compito in qualità di cittadini, operatori e amministratori è quello di difendere e promuovere quanto di buono e importante viene prodotto. Non sempre si riesce. La difesa dei prodotti agricoli ovvero del reddito degli agricoltori è stata sempre una difficile impresa. La polverizzazione dell’offerta dei prodotti tipici del territorio è stata la causa di una bassa capacità contrattuale. In questo momento si legge sulla stampa ( Manduria Oggi compreso ) e si vede in TV ( TGR3 )  la difficoltà che attraversa il comparto olivicolo. Io aggiungo senza essere smentito anche quello che attraversa il comparto vinicolo. Sul vino è stato detto e fatto tanto. Basta pensare che nel mese di febbraio scade il finanziamento della  9ª annualità della OCM per la ristrutturazione dei vigneti. Ristrutturazione che mira ad aumentare la qualità e a ridurre la quantità. Obiettivo che non trova riscontro nei numeri. Le eccedenze in Italia sono sempre alte e sono pari in termini di superficie a circa 300.000 mila ettari a cui corrisponde una eccedenza produttiva di 20 milioni di Hl di vino. Il mercato del vino  in questo momento è fermo. Il prezzo medio alla distillazione è circa di 2,30 €/°Hl come dire 0,23 €/litro.
Per il comparto olivicolo non vi è stata e non c’è l’attenzione dimostrata per quello vinicolo, per cui se il vino è in crisi, l’olio è in coma profondo. I prezzi scoraggiano la produzione di qualità dell’olio quale quella dell’extravergine.
L’offerta dei prodotti oggi è concentrata nella forma cooperativistica ma l’azione che la cooperativa è in grado di svolgere si ferma di fronte a questioni non più di sua competenza.
L’agricoltore non può risolvere problemi legati alla sofisticazione e all’adulterazione, all’autenticità dell’origine dei prodotti in commercio, alla forza hobbystica delle grossi multinazionali dell’olio che si oppongono all’etichettatura dei prodotti. Questi compiti sono di esclusiva competenza dello Stato. La crisi che sta vivendo la nostra agricoltura non è legata alla produzione, essa è frutto invece di una mancata e seria programmazione, di un mancata e puntuale prevenzione nonché controllo delle frodi. In questo momento lo sforzo maggiore del ministro all’agricoltura ZAIA è rivolto al comparto zootecnico da latte.  Per l’olivicoltura occorre un piano olivicolo ben pensato e un sostegno indiretto alla produzione attraverso la lotta alle frodi, con l’incentivazione alla qualità direttamente all’agricoltore e non tanto al consumo. Ricordiamo che, dati alla mano, sia vino che olio sono remunerati per il 20% appena alla produzione, pertanto per quel litro di vino che il consumatore ha acquistato per 1€, all’agricoltore sono andati solo 20 centesimi di euro. Suggeriamo di sostenere la filiera corto dei prodotti anche per il basso tasso di inquinamento che essa produce sostenendo così anche l’ambiente attraverso la riduzione della CO2 (gas responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento del pianeta). Un contributo al mantenimento delle piante secolari di ulivo con la funzione di sostegno alla produzione sarebbe letto anche come contributo al paesaggio e alla salubrità dell’ambiente.
Pompeo Stano.










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