sabato 28 settembre 2024


13/10/2010 12:43:54 - Manduria - Calcio

«Garantiamo l’ordinaria gestione solo sino a fine mese»

 
Il presidente del Manduria, Cosimo Giannini, ha formalmente consegnato il titolo sportivo della società biancoverde al sindaco Paolo Tommasino.
La missiva, sulla cui esistenza circolavano indiscrezioni da qualche giorno, è arrivata sul tavolo dell’assessore allo Sport, Lucia Stefanì, solo lunedì sera.
Da quel che si è appreso a livello ufficioso, pare che Giannini lamenti un mancato impegno del sindaco nel coinvolgere gli operatori commerciali presenti in città nel sostenere il club messapico. Pare, inoltre, che lo stesso presidente comunichi, nella lettera, l’impossibilità degli attuali dirigenti a gestire la società sino alla fine del campionato, rimarcando tutti i sacrifici sinora sostenuti. Nella parte finale, poi, si chiarisce che l’attuale dirigenza garantirà la gestione ordinaria sino alla fine del mese di ottobre, in attesa di un reale coinvolgimento delle forze economiche cittadine.
A differenza del passato prossimo, quindi, la crisi economica si apre con notevole anticipo: dopo appena un mese e mezzo di campionato. E, soprattutto, si apre al buio, con poche possibilità di intravedere (almeno allo stato attuale) delle soluzioni.
Qualche considerazione ci sembra d’obbligo. Fermo restando che chiunque dedichi risorse e impegno per garantire l’esistenza di una squadra di calcio in tornei di discreto livello va sicuramente lodato, non possiamo credere che gli attuali dirigenti facessero totale affidamento sugli aiuti che l’Amministrazione (che ha anche provveduto all’iscrizione della squadra al campionato), potesse erogare, anche attraverso il coinvolgimento di altri imprenditori. Non si può iniziare un campionato così importante avendo “benzina” solo per un mese e mezzo. E’ necessario programmare per l’intera stagione e, se le risorse non ci sono, allora passare il titolo al Comune quando è ancora possibile cercare di trovare altri imprenditori disposti a subentrare. Ovvero nei mesi estivi.
Di soluzioni se ne intravedono davvero poche. In città, imprenditori disposti a subentrare ce ne sono pochi. E quei pochi che ci sono devono fare i conti con la crisi…
 










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