sabato 28 settembre 2024


01/12/2010 07:17:28 - Manduria - Calcio

Non si sono presentati Anglani, Riontino, Rizzi e Quaresimale. Intanto la società è quasi pronta a partire

 
Quaresimale, Anglani, Riontino e Rizzi non si sono presentati alla seduta di allenamento di ieri. Confermando, quindi, quanto annunciato domenica sera, nel corso della conferenza stampa. Hanno lasciato Manduria da vincitori: non solo sul campo (avendo contribuito alla importante vittoria sul Tricase), ma anche morali, avendo dimostrato il massimo impegno anche in quella che sapevano sarebbe stata l’ultima partita.
Si sono invece fatti rivedere al “Dimitri” l’esterno offensivo Serri e il difensore Ciccarelli, anche se, entrambi, domenica avevano manifestato l’intenzione di lasciare il Manduria.
Non c’è più neppure il direttore generale Alemanno: pare che gli sia stato riferito di non essere più gradito. Anche questo, a nostro avviso, può rivelarsi un errore. Alemanno conosce bene il mondo del calcio dilettantistico. Privarsi del suo apporto in questa fase di ricostruzione della squadra non crediamo sia la migliore delle scelte.
In compenso, però, sembra che il varo della nuova società può essere oramai considerato avvenuto. Manca qualche dettaglio prima dell’incoronazione a presidente dell’imprenditore torricellese Pietro Lacaita. Il vice presidente sarà Gregory Leone, figlio di Premio, entrambi, in tempi diversi, presidenti della squadra biancoverde. Pare che in società vi siano almeno un altro paio di imprenditori manduriani. Ma prima di indicare i loro nomi, attendiamo l’ufficializzazione.
Il loro primo compito sarà quello di trattenere i calciatori “superstiti” e di ingaggiare nuovi elementi, in vista della trasferta di domenica prossima a Locorotondo.
Intanto, anche il tecnico Beppe Mosca auspica la normalizzazione della situazione.
«Ringrazio i dirigenti che hanno gestito la squadra da questa estate sino ad adesso: senza di loro la città di Manduria avrebbe perso il titolo» è stata la sua premessa. «Ma la situazione, nell’ultimo mese, è diventata insostenibile. A me tocca fare di tutto, oltre al lavoro per il quale ero stato chiamato: ovvero preparatore atletico, preparatore dei portieri, psicologo (mi è toccato convincere e stimolare i calciatori ad entrare in campo) e anche raccattapalle. Abbiamo 4-5 palloni per allenarci e, molte volte, non sappiamo in quale struttura farlo. Ci è capitato anche di scavalcare delle recinzioni, pur di allenarci. Sono rimasto con gli uomini contati. E nonostante ciò, domenica siamo riusciti a vincere. Ma così è impossibile continuare. Sono venuto con entusiasmo a Manduria, perché ho nel cuore questa città da quando ho giocato da calciatore. Ma in queste ultime settimane ho rischiato il collasso: troppe tensioni.
Mi auguro che finalmente si superi la crisi societaria e tutto ritorni alla normalità».










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