lunedì 30 settembre 2024


02/12/2010 15:56:31 - Manduria - Attualità

Assolto, invece, dall’accusa di mobbing ad uno studente

 
Il giudice monocratico del Tribunale di Manduria, Rita Romano, ha condannato a 8 mesi di reclusione il 70enne Vittorio Basile, preside fino a un paio di anni fa dell’istituto superiore “Galileo Galilei” di Manduria.
Basile rispondeva di mobbing e lesioni nei confronti di due docenti e di uno studente della scuola della cittadina messapica. Basile è stato condannato per gli episodi riguardanti le due docenti e assolto, invece, per la parte relativa allo studente.
Stando a quanto ricostruito dalla pubblica accusa, Basile avrebbe maltrattato ripetutamente (i fatti oggetto di contestazione partivano addirittura dal 1998), una delle due docenti, ponendo in essere vessazioni, atteggiamenti di intolleranza e di disprezzo, esplosioni di ira e lancio di oggetti all’indirizzo della donna (episodio verificatosi nel corso di una riunione sindacale alla “Galilei”), giungendo addirittura alla violenza fisica. Insomma un clima decisamente intollerabile che ha spinto le parti lese a intraprendere l’azione giudiziaria.
E infatti nel fascicolo del dibattimento c’erano anche diversi certificati medici attestanti da un lato le lesioni giudicati guaribili in 11 giorni dai medici del Pronto Soccorso dell’ospedale “Giannuzzi” di Manduria, e dall’altro la sindrome post traumatica e la depressione grave patita dalla malcapitata docente proprio a causa dell’atteggiamento assunto dal suo dirigente scolastico. La docente in questione si è costituita parte civile tramite l’avv. Lorenzo De Carlo.
L’altra docente, invece, avrebbe subito comportamenti vessatori ed ingiustificatamente persecutori dal preside che l’avrebbe attesa all’ingresso dell’istituto per verificare l’ora di arrivo e, in caso di ritardo anche lieve di 1 o 2 minuti, annotava tutto sul registro di classe. La donna sarebbe stata poi fatta oggetto di insulti e ingiurie di vario genere e natura. E poi, altre volgarità, tanto da far giungere la donna a coprirsi il volto con il registro che portava con sé, stante la vergogna che la stessa provava nei confronti della propria dignità di donna e dell’istituzione stessa. In entrambi i querelanti sono stati diagnosticati disturbi da sindrome post-traumatica da stress e disturbi depressivi. A chiedere e ottenere il rinvio a giudizio dal GUP Valeria Ingenito era stato il sostituto procuratore Italo Pesiri. Quest’ultima docente si è costituita parte civile tramite l’avv. Adelaide Uva.
Il giudice Romano, oltre a sancire la condanna dell’ex preside, ha anche stabilito il risarcimento dei danni in separata sede a favore delle parti civili.










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