domenica 29 settembre 2024


09/12/2010 07:10:48 - Manduria - Speciale

Il preside Fistetto ha parlato agli alunni del I Circolo Didattico di Manduria del digiuno a pane ed acqua

 
Un digiuno a pane e acqua. Che dura per un giorno interno e che si osservava in un giorno dell’anno, che doveva essere estratto a sorte dal priore della confraternita dell’Immacolata. I nomi di tutti coloro che aderivano a questa forma di devozione verso la Madonna dell’Immacolata, oltre che di penitenza, venivano iscritti in un grande libro, chiamato appunto Libro Magno, conservato ancora nella biblioteca comunale “Marco Gatti” di Manduria.
«Non si conosce con esattezza l’atto di istituzione di questo digiuno. Anno che dovrebbe però essere compreso fra il 1638 (prima di questa data non si trova traccia del digiuno) e il 1648. Da allora, il digiuno in onore della Madonna Immacolata si diffuse inizialmente in Terra d’Otranto, quindi in Sicilia e in Calabria, poi a Roma, in Liguria, in Emilia Romagna, sino in Francia e in Spagna e, finanche, in Cina, in quest’ultimo caso attraverso dei missionari» ha affermato, ad una platea di alunni del I Circolo Didattico di Manduria (guidati dalle maestre Anna Clara Sardiello e Maria Pia Rossetti), il preside Michelino Fistetto, già priore della Confraternita dell’Immacolata di Manduria e autore del libro “Se Concetta ho Maria», uno studio approfondito su questa tradizione che nacque a Manduria e che si diffuse in buona parte del mondo.
«In quel periodo Manduria era un piccolo borgo, circondato da tante foreste. Gli alberi attirano i fulmini e, pertanto, diversi cittadini che abitavano l’allora Casalnuovo, centrati dalle saette, morivano in presenza di forti temporali. L’allora rettore della Confraternita dell’Immacolata, don Andrea Durante, si rivolse ad una monaca domenicana in odore di santità che viveva a Napoli, suor Maria Villani. Fu proprio lei che consigliò questa forma di penitenza e di devozione al fine di impetrare per la città la protezione della Madonna dell’Immacolata».
Inizialmente la Chiesa non aveva ancora riconosciuto il dogma della purezza della Madonna Immacolata. Non c’era una giornata da dedicare alla devozione verso la Madonna, compatrona di Manduria insieme a San Carlo Borromeo. Il digiuno, quindi, si osservava in un giorno dell’anno che veniva estratto a sorte. Poi, con l’individuazione dell’8 dicembre come festa della Madonna, il digiuno viene praticato nella giornata della vigilia.
«L’attualità di questa forma di devozione alla Madonna che è nata proprio a Manduria? Noi della Confraternita, ma non solo, continuiamo a osservare il digiuno» ha concluso il preside Michelino Fistetto. «Non è un caso se quasi sempre nei messaggi della Madonna di Medjugorje c’è il riferimento all’importanza delle preghiere e anche del digiuno, che costituisce un esercizio della volontà di raggiungere determinati traguardi spirituali».
L’originale del Libro Magno, che contiene migliaia di nominativi di tutto il mondo che hanno osservato il digiuno, è un documento unico al mondo.










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