domenica 29 settembre 2024


17/12/2010 20:39:04 - Manduria - Calcio

Il tecnico esonerato: «Mi era stato garantito che vi erano risorse per 120.000 euro, ma già al pagamento della prima mensilità la società non è stata in grado di far fronte agli impegni»

 
 
«Dopo tanta sofferenza in silenzio, ora è arrivato il momento per fare finalmente chiarezza e raccontare tutta la verità.
Premesso che quando i risultati non vengono è giusto esonerare l’allenatore, è bene anche comprendere e conoscere le situazioni che li determinano.
A fine giugno sono stato contattato dal presidente Giannini, che voleva affidarmi la guida tecnica del Manduria. Durante la trattativa, alla quale hanno preso parte una decina di persone (presentatemi come dirigenti della società) mi fu illustrato un progetto triennale, che, per la stagione in corso, prevedeva un budget di 120.000 euro, che copriva i rimborsi della rosa e dello staff tecnico fino al mese di dicembre. A partire da dicembre, sarebbero poi dovuti intervenire in società nuovi soci, per garantire la copertura finanziaria fino alla fine della stagione.
Fidandomi del consigliere Giuseppe Di Lonardo, che mi garantiva la disponibilità immediata di tutto il budget, ho accettato con entusiasmo l’incarico, decurtandomi l’ingaggio, pur di tornare, in veste di allenatore, a “rindossare” la maglia del Manduria.
L’unica richiesta della società era quella di ingaggiare calciatori che non chiedessero garanzie per iscritto.
In questo modo ho dovuto contattare calciatori che venivano a firmare solo per la fiducia e la conoscenza che avevano del sottoscritto.
La società avrebbe garantito i rimborsi il 27 di ogni mese, a partire da agosto.
Mi veniva inoltre assicurata la disponibilità di tre campi per l’effettuazione delle sedute di allenamento, per consentirmi di svolgere al meglio il mio lavoro.
Per rientrare nel budget sono stato costretto a chiedere ai giocatori di ridursi l’ingaggio.
A partire dall’inizio della preparazione (26 luglio) tutto sembrava partire sotto i migliori auspici, avendo avuto, grazie alla società, l’opportunità di organizzare il ritiro in sede.
I primi disguidi sono iniziati il 27 agosto, quando era stata fissata, dal presidente Giannini, la prima scadenza per il pagamento dei rimborsi. Le giustificazioni erano che c’erano dei ritardi sui pagamenti degli sponsor.
A fine settembre, la situazione era che alcuni calciatori avevano ricevuto la prima mensilità, altri degli acconti, altri ancora nulla.
Preoccupati della situazione che si era generata, con i calciatori diventava sempre più difficile parlare di calcio e di conseguenza preparare le partite. E lo spogliatoio cominciava a perdere pezzi. Il 26 ottobre il portiere Scarcia , poi Vetrugno (prep. portieri), poi Scippo ed il prof. Curci (prep. atletico).
Tutto ciò aveva grosse ripercussioni sul lavoro settimanale, che dalla fine di ottobre fino alla metà di dicembre mi impediva di programmare ed effettuare gli allenamenti completi previsti nella settimana-tipo.
L’abbandono di diversi calciatori, mi costringevano ad utilizzare giocatori fuori ruolo (es. Rizzi schierato centravanti a Lucera) e la domenica si arrivava a stento ad avere 11 giocatori da mettere in campo, e si doveva far ricorso a giocatori della formazione juniores, che in molti casi, venivano utilizzati il sabato precedente.
Il paradosso avviene domenica 28 novembre, quando nella mattinata che precedeva l’incontro con il Tricase, quattro giocatori fondamentali nell’economia del gioco (Rizzi, Scippo, Riontino e Quaresimale), a mia insaputa, avevano ottenuto la lista di trasferimento dalla società.
Altri calciatori venendo a conoscenza del fatto, a poche ore dall’inizio dell’incontro, chiedevano animatamente di avere, anch’essi, la lista.
Grazie all’intervento dell’ex d.g. Alemanno e del sottoscritto, i giocatori decidevano di rientrare nei ranghi e di disputare l’incontro, poi vinto per 1-0
A fine partita, il fuggi fuggi generale di molti calciatori. Da allora con la rosa ridotta al minimo, sono stato costretto ad affrontare le tre successive gare, terminate con tre prevedibili sconfitte.
Le mie dichiarazioni rilasciate alla stampa, dopo la partita con il Tricase, in cui facevo presente che da settimane ero costretto ad allenare senza il supporto dei miei collaboratori tecnici, senza un campo d’allenamento e con soli 5 palloni, scatenavano una forte reazione da parte della società.
Da quel momento, nei miei confronti si è creato un crescente clima di ostilità, con chiari riferimenti ad un mio probabile immediato esonero, facendomi passare come unico responsabile della situazione, nonostante sia riuscito per settimane a convincere i giocatori a crederci.
E queste ingenerose critiche sono state trasferite al nuovo presidente, che nonostante tutto, dopo avermi conosciuto, ha cominciato a manifestarmi il suo personale apprezzamento, pronto a ripartire ancora da me.
Ma dopo le vicende degli ultimi giorni, nonostante mi sia personalmente impegnato a far recedere il presidente Lacaita, dalla sua volontà di dimettersi, sono stato esonerato perché si doveva dare una scossa all’ambiente.
In conclusione mi preme ringraziare tutti i calciatori avuti a disposizione con i quali ho avuto un ottimo rapporto e tutti gli Ultrà del Manduria, che non ci hanno mai abbandonato, nonostante i risultati negativi, per l’affetto che mi hanno dimostrato sino alla fine».
 
FORZA MANDURIA!
 
 Con affetto
Beppe Mosca










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