lunedì 30 settembre 2024


27/12/2010 19:15:56 - Manduria - Attualità

Il menu di Santo Stefano

 
Piatto ricco mi ci ficco! L’antipasto in occasione di Santo Stefano servito agli abitanti di Manduria, al freddo ed al gelo di questo più che invernale 26 dicembre, ha riservato un’ampia offerta natalizia da bazar delle meraviglie.
Da corso XX Settembre, passando per una parte delle viuzze del centro storico, prese d’assalto da pedoni liberi dalla concorrenza delle quattro ruote e dei mezzi pesanti, un tripudio di iniziative un po’ da Christmas Carol: tre Presepi Viventi in pieno funzionamento dal 25 allestiti in un frantoio ipogeo l’uno, in uno stabilimento vinicolo l’altro, nelle pertinenze abitative del vecchio carcere della Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli l’ultimo, più uno extra large a disposizione di grandi e bambini nel pieno centro di piazza Garibaldi, musica live jazz e non solo che non faceva certo pendant con l’atmosfera del periodo, una pista di pattinaggio sul ghiaccio ancora in attivo meta del pellegrinaggio di teenager sempre alla ricerca di nuove emozioni e magari di qualche slogatura, una maxi tombolata a partire dalle 19, rigorosamente
all’aperto, organizzata dalla parrocchia già citata, le bancarelle del mercatino in pianta stabile praticamente da un mese nella villa comunale.
In linea con i dettami dell’ortodossia chiese aperte per tutti gli amanti del presepe e della tradizione con la via crucis delle tappe alla scoperta del presepe più originale delle nostre sei parrocchie tra innovazioni, citazioni molto più che antiche e qualche nota trasgressiva nell’arte dell’allestimento del genere, e il collaudato concerto di Natale presso la chiesa della Madonna del Carmine del gruppo Alma & Soul.
Per finire tanto tanto divertimento con gli artisti di strada a fare da contorno al tutto nel perimetro della centralissima via XX Settembre e dintorni per la gioia di adulti tirati a
lucido per l’occasione e bambini in cerca di babisitteraggio a buon mercato per la buona pace dei genitori alla ricerca dell’infante smarrito.
Scorre sotto le luminarie la memoria del primo martire dopo il Natale avvolto nella condensa del fumo che non uccide, tripli e quadrupli giri di sciarpe di lana e pelliccia, guantoni per difendere il sovraesposto, cappotti, montoni, carrozzine a prova di sinistri che regalavano l’illusione di un paesino diventato l’oggetto dell’incantesimo della zucca che si tramuta in carrozza, trasformatosi all'improvviso nella periferia di una grande metropoli e nell’ennesimo capitolo di quella straordinaria fiaba di Natale che lega le Alpi alle Piramidi.
Che bella cartolina prima del botto e dei botti di questa coda  del 2010.
 
Mimmo Palummieri










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