mercoledì 25 settembre 2024


03/02/2011 08:45:51 - Salento - Attualità

L’idoneità dei siti deve essere decisa da Governo e Regioni

 
Per la Corte costituzionale, contrariamente a quanto «non espressamente indicato» nell’articolo 4 del decreto legislativo numero 31 del 15 febbraio 2010, le Regioni interessate devono esprimere, prima ancora che governo e conferenza unificata raggiungano l’intesa prevista, «il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari». È la decisione, la prima in ordine di inserimento nel dispositivo dei giudici (seguito per la verità da tutta una serie di dichiarazioni di «non ammissibilità» e «manifesta infondatezza») che chiude una lunga stagione di ricorsi e controricorsi sul ritorno al nucleare in Italia.
 
A conti fatti, facendo la tara tra tutte le sentenze fin qui pronunciate sul tema, se il governo salva l’impianto generale della propria pianificazione energetica nazionale basata su un mix di fonti tra le quali proprio il nucleare, le Regioni riconquistano un ruolo. In particolare: in primo luogo la certificazione sull’idoneità dei siti per la collocazione degli impianti sarà presa da governo e Regioni, che sono obbligati a trovare la necessaria intesa (di tipo rinforzato, dicono i giuristi, nel senso che finché non si trova l’accordo non si procede); in secondo luogo il rilascio delle autorizzazioni ai nuovi impianti dovrà avvenire previo confronto nella conferenza unificata (soggetto che tiene dentro Regioni, Comuni e Province); infine, e torniamo alla sentenza di ieri, le Regioni dovranno rilasciare il proprio parere (obbligatorio, ma non vincolante) prima ancora che l’autorizzazione sia oggetto del confronto in conferenza unificata. Il decreto 31, è bene ricordarlo, è il provvedimento di legge che si occupa di «disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi».
 
Dal governo, il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, spiega che: «La decisione non è contro il nucleare. La Corte ha dichiarato inammissibili o non fondate ben 26 delle 27 questioni sollevate dalle Regioni, dichiarando l’illegittimità costituzionale solo dell’art.4 del decreto». Il ministro sottolinea che il parere delle Regioni è obbligatorio, ma non vincolante. «Per noi - dice - è comunque fondamentale ricercare una condivisione delle scelte». Nel pomeriggio il presidente della Regione, Nichi Vendola, a proposito di condivisione delle scelte, aveva accusato il governo nazionale di predicare il federalismo, ma di essere, in realtà, «il più centralista della storia d’Italia». Rispetto all’avvio di questa disfida con il governo, comunque, grazie alle diverse sentenze dell’ultimo anno, le Regioni hanno riacquisito, ad esempio, il «potere» di codecisione sulla «certificazione di uno o più siti da destinare all’insediamento di un impianto nucleare».
 
Funziona così: stabilita una lista di siti idonei, il ministro dello Sviluppo economico sottoporrà ciascuno dei siti certificati «all’intesa della Regione, che si esprime previa acquisizione del parere del Comune interessato». Quindi il ministro dello Sviluppo economico trasmette alla conferenza unificata l’elenco dei siti certificati, sui quali è stata espressa l’intesa regionale oppure, in caso di mancata intesa, sia stato emanato il decreto sostitutivo della stessa intesa. Solo dopo che sia stata acquisita l’intesa della conferenza unificata è adottato il decreto di approvazione dell’elenco dei siti certificati. Con il medesimo decreto ciascun si avvia non già la realizzazione del nuovo impianto, ma la procedura di autorizzazione unica per arrivare alla quale, l’Agenzia per la sicurezza nucleare rilascia parere vincolante al Ministero Sviluppo economico che indice una conferenza di servizi con l’Agenzia stessa, i ministeri competenti, la Regione e gli enti locali interessati e con tutti gli altri soggetti e le amministrazioni coinvolti.










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