lunedì 23 settembre 2024


17/02/2011 07:38:06 - Manduria - Politica

Responsabilità attribuita al Governo Berlusconi

 
«Il governo Berlusconi di centro destra ha imposto alla Regione il rientro entro i limiti di spesa e ha chiesto la chiusura di 18 ospedali in Puglia, nonchè la cancellazione di circa 2.000 posti letto, in cambio di 500 milioni di euro. La giunta regionale di centro sinistra ha quindi vota un piano di rientro obbligato».
Il Sel di Manduria scarica sul governo Berlusconi la responsabilità della chiusura di ospedali e del taglio di 2.000 posti letto.
«In questi giorni lo sconcerto dell’opinione pubblica è vistoso di fronte alle prese di posizione degli schieramenti e di alcuni esponenti politici quando si parla di sanità, di ospedale, e di assistenza» si legge in una nota del Sel manduriano. «In molte città (Massafra e Mottola) deputate a perdere l’ospedale monta la protesta. L’ospedale di Manduria non è a rischio: la dirigenza ASL conferma il suo ruolo di nosocomio comprensoriale; tuttavia subisce un ridimensionamento di posti letto in quasi tutti i reparti. Il centro destra scende in campo con sindaci, consiglieri e onorevoli dell’area orientale jonica a difesa dell’ospedale contro il piano di rientro di Vendola, imposto dal governo Berlusconi. Fa piacere che l’on Franzoso, l’on Sala e company difendano l’ospedale: si vede che non condividono le scelte governative di Tremonti. Ma lo sconcerto sale ancora quando il sindaco di Sava, giunta centro-sinistra, attacca l’ospedale Giannuzzi, invocandone la sua chiusura e la trasformazione in ospizio. C’è poco da aggiungere e molto invece da riflettere».
La seconda parte del documento contiene alcune considerazioni politiche.
«Evidentemente più di qualcuno dimentica che la salute non è appannaggio di nessun partito e di nessun schieramento politico. Il sindaco di Sava deve dire come tutelare al meglio la salute dei suoi cittadini e non tirarsi la zappa sui piedi in una situazione in cui nessuno mette in discussione l’esistenza dell’ospedale di Manduria. Al contrario tutti vogliamo un presidio più moderno, più adeguato alle necessità del territorio, più qualificato e più attrezzato, possiamo dire perfino un ospedale nuovo. Il sindaco della seconda comunità più numerosa dell’area dovrebbe esigere che l’ospedale e il sistema sanitario garantiscano effettivamente i livelli essenziali di assistenza e non la dismissione! Se si è trattato di un lapsus freudiano, ci attenderemmo una smentita. Se invece è un affondo, saranno gli stessi cittadini di Sava a rispondere al loro sindaco, ben sapendo che il Giannuzzi ha sempre offerto un discreto livello delle prestazioni, esempi di notevole laboriosità (altro che stipendi regalati!) e perfino eccellenze sanitarie.
Il futuro nell’ospedale di Manduria è già cominciato: per esempio Oncologia è garantita dal piano aziendale come DH; Ortopedia e Anestesia e Cardiologia hanno un diffuso apprezzamento; la Chirurgia rimane di buon livello; la Nefologia- Dialisi è sempre stata uno dei cardini della sanità dell’area e tanti altri gli esempi positivi. A giorni partiranno i lavori per la Terapia intensiva. Su viale Aldo Moro si sta avviando la costruzione del nuovo Distretto sanitario. Nonostante il piano di rientro, tutto ciò non è poco. Forse è l’inizio di un nuovo modello di sanità, più razionale, meno dispersiva e più qualificata».










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