lunedì 23 settembre 2024


17/02/2011 07:41:08 - Manduria - Politica

«Siamo stati mortificati dalla Regione»

 
«La Regione Puglia ha concesso il parere favorevole al progetto del depuratore consortile, nonostante il dissenso espresso a più riprese dai Comuni di Manduria, di Avetrana e di Maruggio, dall’Unione dei Comuni del Mare e del Sole e dalla Provincia di Taranto, mortificandone le aspettativa. Il nostro lembo di territorio continua a essere oltraggiato dalla Regione Puglia».
Le speranze di Sava sulla possibilità che i centri limitrofi accettassero senza batter ciglia la decisione della Regione sul depuratore consortile sono naufragate dopo poche ore.
Sia Paolo Tommasino, sindaco di Manduria, sia Mario De Marco, sindaco di Avetrana, annunciano azioni legali per impedire lo scarico a mare delle acque del progettato impianto affinate con i criteri previsti dalla Tabella 1-2, ovvero i meno scrupolosi tra le tecnologie esistenti.
«Secondo me la Regione, in tutto questo tempo, ha solamente ricercato delle “pezze” per giustificare il proprio assenso» prosegue il sindaco di Manduria Tommasino. «Ha faticato non poco, visto che si è dovuta rivolgere anche al Politecnico, continuando a ignorare le nostre proposte. Noi siamo per la realizzazione del depuratore, ma non accetteremo mai lo scarico a mare delle acque. Ma non hanno voluto sentir ragione. Ci hanno ascoltato solo quando hanno dovuto farlo per legge, convocandoci per la conferenza dei servizi a Bari nell’autunno scorso. Poi, quando mi sono recato a Bari per essere ricevuto dalla dirigente Antonicelli, sin dalle prime battute ho avvertito una certa ostilità. Senza mezzi termini mi è stato fatto capire che il Comune di Manduria è inserito in una sorta di lista nera. La ragione? Si è battuto contro la realizzazione del dissalatore e, ora, contro lo scarico a mare del depuratore. Siamo, in sostanza, inaffidabili».
Più volte l’Acquedotto Pugliese ha fatto notare che questa soluzione era stata condivisa dal Comune di Manduria nel 2005.
«Non possiamo cambiare progetto ogni volta che cambia il sindaco» hanno ribattuto i tecnici dell’Acquedotto Pugliese, ferrei difensori dell’elaborato tecnico.
In realtà, da quel che ci risulta, non esiste alcuna delibera di giunta o di Consiglio che sposi il progetto dello scarico a mare del depuratore. Probabilmente si sarà espresso positivamente un componente della giunta dell’epoca. Bisognerà chiedere al legale del Comune (l’avv. Pellegrino) se l’espressione di un solo componente dell’esecutivo possa impegnare, in una decisione così delicata, tutto il Consiglio Comunale. O se invece la deliberazione non sia di competenza del massimo consesso elettivo.
«Abbiamo già preso contatti con l’avv. Pellegrino, che ha difeso il Comune di Manduria nel primo ricorso al Tar, vinto qualche tempo fa» conclude Tommasino. «Conferiremo a questo professionista il compito di tutelare gli interessi della nostra popolazione».
Chi è favorevole allo scarico a mare dei reflui di oltre 50.000 abitanti nel periodo medio dell’anno, rimarcando che comunque, ora, tutte le abitazioni del litorale inquinano scaricando direttamente nel sottosuolo, non ha forse tenuto conto di un particolare molto importante. Per dotare la fascia costiera (ben 18 km e migliaia di abitazioni) della rete fognaria, occorrerebbero migliaia di milioni di euro. Sarebbe già tanto la rete fognaria potesse servire le strutture ricettive della litoranea. Con il risultato che, oltre agli scarichi diretti nel sottosuolo di migliaia di abitazioni per un mese e mezzo all’anno, nel mare arriverebbero i reflui delle case di 50.000 cittadini per ben 12 mesi ogni anno.
«Ci difenderemo con tutti i mezzi» è il proclama del sindaco Mario De Marco. «Si sta commettendo un errore che trent’anni fa è stato commesso da comuni come Gallipoli e Pulsano. Perché non si compie un sopralluogo nei litorali di questi comuni per verificare i danni che si apporterebbe all’oasi incontaminata della zona di Specchiarica?».










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