LECCE – La protesta degli olivicoltori in difesa dei propri ulivi
  • domenica 02 febbraio 2025

LECCE – La protesta degli olivicoltori in difesa dei propri ulivi

12/09/2017 19:00:52 - Salento - Attualità

«Siamo costretti ad abbandonare le nostre terre perché non riusciamo a sostenere tutte le spese»

«Siamo stati dimenticati»: lo gridano gli olivicoltori della Puglia che in 500 hanno protestato oggi a Lecce sfilando in strada a bordo di trattori: sono stanchi, sfiniti dallo stato di crisi che da anni sta vivendo il settore, messo in ginocchio dalla Xylella fastidiosa, il batterio che ha colpito gli ulivi del Salento, alcuni dei quali, veri e propri 'monumenti' della natura con secoli di vita nei tronchi, stanno morendo, distrutti dalla malattia.

Olivicoltori, frantoiani, agricoltori, aderenti al «Comitato Olivicoltori salentini» sono scesi in piazza ancora una volta per chiedere alla politica di ricordarsi di quello che accade nella loro terra. In una lettera aperta al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, - l’ente accusato di non aver messo in campo strategie adeguate - il Comitato chiede una dichiarazione permanente dello stato di calamità naturale, passando da una gestione ordinaria ad una gestione straordinaria continuativa, sulla scorta dell’esempio di altre Regione colpite da eventi calamitosi importanti che hanno nominato un Commissario con poteri non ordinari.

«E' vergognoso - dicono gli olivicoltori -, siamo costretti ad abbandonare le nostre terre perché non riusciamo a sostenere tutte le spese». «Ed è vergognosa - aggiungono - l’indifferenza con cui è stato trattato il problema 'Xylellà sin da quando è comparso il primo focolaio». «Lo Stato - accusano - si deve rimboccare le maniche». Intanto i militari del Comando carabinieri Forestale Puglia hanno reso noto proprio oggi che per violazione delle norme europee, nazionali e regionali sulla prevenzione e il contenimento della diffusione del batterio della Xylella sono state comminate, dal primo maggio ad oggi, sanzioni per 841 mila euro nei confronti di 841 soggetti, fra privati ed enti pubblici. Su un totale di 3.600 controlli in poco più di quattro mesi, sono state accertate più di 1000 irregolarità, quasi uno su tre. Il maggior numero di accertamenti è stato concentrato nelle zone di contenimento e cuscinetto delle province di Brindisi e Taranto.





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