- domenica 02 febbraio 2025
«Non possiamo parlare di tasso di mortalità del virus, perché non abbiamo e, forse, non avremo mai il dato reale, ma solo di tasso di mortalità tra i contagiati che il sistema sanitario è riuscito a identificare»
Tra gli ultimi dati comunicati dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, c’è quel 4,25% di deceduti (al 6 marzo) rispetto ai contagi da Coronavirus nel nostro Paese. Ed è un dato che desta preoccupazione. Proprio per questo è necessario chiarire cosa rappresenti davvero quella percentuale e se si possa davvero parlare di “tasso di mortalità” del Covid19. Sulla questione è intervenuto il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano e docente di Igiene all’Università Statale, secondo il quale “un tasso che supera il 4 per cento è sicuramente un dato sovrastimato, perché di qualsiasi epidemia si tratti, è tipico che i casi identificati siano inferiori a quelli reali”.
NON CONOSCIAMO I DATI REALI – D’altro canto questo virus è caratterizzato da forme di sintomatologia non grave. “Molte persone, in Italia e nel mondo, hanno contratto il Covid19 senza neppure rendersene conto – aggiunge Pregliasco – e probabilmente questa è stata la causa della diffusione dell’epidemia”.
Quanti contagiati potrebbero esserci davvero nel nostro Paese?
“Generalmente nelle epidemie i contagi registrati vanno moltiplicati anche fino a dieci volte”.
Questo significa una cosa: non possiamo parlare di tasso di mortalità del virus, perché non abbiamo e, forse, non avremo mai il dato reale, ma solo di tasso di mortalità tra i contagiati che il sistema sanitario è riuscito a identificare”.
Che in questa fase, superato il boom iniziale di tamponi eseguiti anche a chi non presentava sintomi e non veniva da aree più a rischio, sono quelli che hanno i sintomi più evidenti o che sono stati a stretto contatto con persone contagiate o che vivono in zone rosse.
“L’unico dato abbastanza certo – spiega il virologo – è proprio quello dei decessi, anche se è estremamente difficile, anche con i dati delle autopsie a disposizione, comprendere se queste persone sono morte per il Coronavirus o con il Coronavirus, ma per altre cause. Se prendiamo il dato dei decessi, la mortalità è più alta rispetto all’influenza. Se volessimo calcolare un tasso di mortalità reale con questi criteri, dovremmo dunque tener conto di tutti i contagiati (anche quelli che in questo momento non sanno di esserlo) e dei pazienti effettivamente morti per il virus. Impossibile».