Relazione della DIA: ecco il quadro della criminalità organizzata nella provincia di Brindisi
  • sabato 01 febbraio 2025

Relazione della DIA: ecco il quadro della criminalità organizzata nella provincia di Brindisi

16/09/2020 18:14:42 - Salento - Attualità

La situazione a San Pancrazio, Oria e Torre Santa Susanna

La Direzione investigativa antimafia (Dia) nella relazione sull’attività svolta nel secondo semestre 2019 pubblica una “fotografia” della Sacra corona unita a Brindisi.

«In città – è scritto nella relazione – mentre il gruppo Brandi appare ormai fortemente indebolito dall’azione di contrasto degli ultimi anni, i Morleo continuano a operare nel settore del narcotraffico».

In provincia sono attivi i due schieramenti malavitosi dei “mesagnesi”, laddove con questa definizione si fa riferimento «ai gruppi Rogoli, Vicientino, Pasimeni e Vitali», dai nomi dei capi storici, tutti in carcere e finiti al 41 bis (detenzione dura), e «dei tuturanesi», da intendersi come «gruppo Buccarella». Tra le fila di quest’ultimo gruppo «vi è attualmente una figura di spicco della criminalità mesagnese, recentemente scarcerata».

E ancora: «I comuni che confinano con la provincia di Lecce, ossia Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Cellino San Marco, San Donaci e San Pancrazio Salentino, risentono del controllo di entrambe le fazioni, con alternanze di accordi e divisioni interne, frutto persino di decisioni prese da boss ristretti in carcere».

Nei territori di Torre Santa Susanna e Oria resta il sodalizio «capeggiato dai Bruno per il controllo del mercato della droga».

Nel solco del passato, è il traffico di droga a costituire il fenomeno di più vasta portata criminale: «garantisce sicuri e stabili guadagni, parte dei quali vengono impiegati per il mantenimento delle famiglie dei detenuti».

I contatti con altri ambienti ci sono: «forte è l’influenza della criminalità barese, soprattutto nella zona Nord della provincia brindisina».

Le indagini della Guardia di Finanza hanno portato a scoprire, nel mese di dicembre 2019, i legami tra un uomo di Ostuni, «figlio di uno storico boss del contrabbando», con il «clan Strisciuglio di Bari». Altre inchieste coordinate dalla Dda hanno evidenziato partnership con i gruppi malavitosi del Leccese.

«Tale assunto – si legge nella relazione della Dia – trova conferma della operazione Mombello condotta dai carabinieri di Brindisi il 6 luglio 2019». In questo caso, oltre a essere stata accertata «una intensa attività di spaccio, cocaina in particolare, a Tuturano, Copertino e Casarano, è stato evidenziato il ruolo di alcuni indagati contigui al clan Buccarella». Non solo. Le indagini hanno fatto luce sull’operatività di un gruppo dedito ai furti e alle ricettazioni di automezzi usati in agricoltura, attraverso il ricorso alla tecnica del “cavallo di ritorno”.

Il narcotraffico è stato confermato dalla sentenza definitiva dell’inchiesta battezzata “Uragano”, risalente al 2015, con la quale sono state «disarticolate tre organizzazioni le quali, interagendo fra loro, gestivano buona parte del mercato della droga nel territorio salentino, riuscendo nella stessa attività anche in Emilia Romagna e Friuli».





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