COVID 19 - L'assessore alla Sanità Lopalco: «Fosse dipeso da me, le scuole non le avrei riaperte a settembre: le avrei lasciate ancora chiuse»
  • domenica 02 febbraio 2025

COVID 19 - L'assessore alla Sanità Lopalco: «Fosse dipeso da me, le scuole non le avrei riaperte a settembre: le avrei lasciate ancora chiuse»

17/11/2020 16:50:28 - Salento - Attualità

Cosa si aspetta, allora, ad emettere un’ordinanza, correggendo il pastrocchio della didattica mista?

«Tutte le categorie di medici stanno spingendo per chiedere la zona rossa e limitare la circolazione del virus. Se ci atteniamo ai famosi 21 indicatori, noi siamo arancione. I dati sono quelli, c'è poco da fare. Gli operatori sanitari, però, sono stanchi, sono molto stressati, quindi qualunque iniziativa che possa allentare la morsa su ospedali e territorio è benvenuta». Lo ha detto il professore Pierluigi Lopalco, assessore designato alla Sanità della Regione Puglia, intervenendo a “Un giorno da pecora”. «In Puglia - ha aggiunto - l'Rt è sotto all’1,5, da zona arancione. Ma non è Rt buono, però, a livello comunicativo è importante spiegarlo. Ad esempio, il picco influenzale si raggiunge con Rt 1,2, noi siamo a 1,4» (con il Covid, ndr).

«Fosse dipeso da me io non le avrei aperte nemmeno le scuole a settembre. Una mia personale opinione, le avrei lasciate chiuse un altro pò, magari tenendole aperte ad agosto»: lo ha detto il professore Pierluigi Lopalco, assessore alla Sanità designato della Regione Puglia intervenendo alla trasmissione “Un giorno da pecora”.

Domani il Tar Puglia, in composizione collegiale, tornerà a esaminare l'ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che aveva stoppato la didattica in presenza, un provvedimento che il Tribunale amministrativo ha sospeso in via cautelativa.

«Mi metto nei panni di chi sta in prima linea e un pò mi fa specie che si stia pensando al Natale. Adesso dobbiamo starcene a casa, perché così forse tra 14 giorni gli ospedali inizieranno a respirare» ha dichiarato l'assessore alla Sanità. «La Germania - ha continuato - che ha terapie intensive dappertutto, ad esempio ha fatto il lockdown. L’unico modo è limitare contatti sociali, altrimenti non ne usciamo».





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