- giovedì 30 gennaio 2025
«Mi sono trovato a scontrarmi con una politica verticistica, incapace di ascoltare le istanze dei territori e più concentrata su cariche e numeri che sul bene comune»
Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento del consigliere comunale Domenico Sammarco. Ecco il testo.
«Ho sbagliato e lo ammetto con la trasparenza e l’onestà intellettuale e morale che ritengo fondamentali in politica. Dopo l’esito delle elezioni comunali del 2020, mi sono dedicato con passione e determinazione alla ricostruzione del Partito Democratico di Manduria, nella speranza di creare un dialogo costruttivo tra istanze locali, provinciali e regionali. L’ho fatto con l’unico obiettivo di risollevare le sorti della nostra Città, convinto di poter costruire una realtà trasparente, solida e innovativa. Tuttavia, con il tempo, ho dovuto constatare che l’ambiente politico in cui operavo era distante dai valori e dai principi che mi hanno spinto a candidarmi come Sindaco.
Mi rivolgo a voi oggi con il cuore pesante e una decisione ponderata: ho deciso di abbandonare il gruppo politico del Partito Democratico. Questa scelta nasce da un profondo senso di disallineamento tra i miei ideali e la realtà che ho vissuto all’interno del partito. La politica, per me, è sempre stata uno spazio di dialogo e collaborazione, un mezzo per mettere al centro le persone e i loro bisogni. Tuttavia, mi sono trovato a scontrarmi con una politica verticistica, incapace di ascoltare le istanze dei territori e più concentrata su cariche e numeri che sul bene comune. Ciò ha portato a un progressivo svuotamento della rappresentatività e dell’operatività del partito a livello locale. A causa di inutili lotte di potere, il gruppo operativo è stato di fatto reso inerte, un risultato di cinque lunghi anni di commissariamento, una condizione quasi unica a livello nazionale. È stato difficile, in questo contesto, scorgere quella democrazia che il partito stesso ha scelto di mettere nel proprio nome.
Questa distanza si è manifestata chiaramente anche nella recente vicenda relativa alla delibera proposta in tema di premialità per le aziende che garantiscono un salario minimo di 9 euro ai propri dipendenti, che ritengo contenga gravi vizi normativi e procedurali. Come consigliere comunale e giurista ho il dovere di garantire il rispetto delle norme e dei principi di trasparenza e correttezza che regolano l’azione amministrativa. La proposta, infatti, non è stata esaminata nelle competenti commissioni consiliari, come previsto dal regolamento, configurando una grave violazione delle procedure. Tale mancanza non solo espone l’amministrazione a possibili ricorsi, ma rappresenta un vulnus ai principi fondamentali che devono guidare la gestione della cosa pubblica.
Mi sono trovato, quindi, nella posizione di dover chiedere il ritiro in autotutela della delibera, per garantire il rispetto delle regole e per tutelare l’ente pubblico da possibili conseguenze legali e danni erariali. Ed il Partito Democratico, anziché sostenere tale iniziativa,mi ha chiesto di ritirare tale diffida di autotutela, sorvolando e ignorando le gravi violazioni dei principi di correttezza e trasparenza dell’azione amministrativa, in violazione delle regole che presiedono il corretto esame degli atti in consiglio comunale e dunque in contrasto con la normativa italiana e con le statuizioni di un giudice della Repubblica Italiana (già peraltro intervenuto, da me azionato, con una precedente sentenza del Tarin altro caso simile).
Questa vicenda è solo l’ultimo esempio di un atteggiamento che ho trovato frustrante e che mi ha spinto a prendere la decisione di lasciare il Partito Democratico. Tuttavia, auguro agli “stoici”Amici del partito locale – che credono ancora possibile modificare questo modus operandi antidemocratico dei diktat del regime verticistico del partito – di poter essere non succubi del potere, di non essere ammaliati da chi sta distruggendo quotidianamente la nostra Città, ma capaci di ascoltare le istanze del nostro territorio, concentrandosi non su cariche e numeri ma sul bene comune.
La mia lealtà resta saldamente con voi Cittadini, la comunità che ho l’onore e l’onere di rappresentare, almeno quella parte che voglia sentirsi da me rappresentata e tutelata. Continuerò a lottare per una politica che metta al centro le persone, che ascolti le istanze dei territori e che operi con trasparenza e correttezza. Rimango al servizio della Città e della sua gente, con l’impegno di lavorare per un futuro più giusto ed equo, al fianco dei gruppi politici civici di Manduria Migliore eFedercivica, che da sempre si battono per migliorare il nostro territorio e di tutti coloro che hanno riposto la loro fiducia in me.
Vi chiedo di comprendere la difficoltà di questa scelta e di condividerla insieme a me perché (per citare un film di Salemme) “è un caso, solo un caso, che siano cadute le mie regole e non le tue” e tutti, quindi, dobbiamo fare i conti con lo scollamento tra i nostri ideali e quelli dei partiti politici a cui abbiamo creduto. Pertanto, vi chiedo di continuare a sostenere una politica che sia davvero al servizio dei cittadini, perché i simboli dei partiti non sono importanti quando sono solo vuoti luoghi di un potere fine a sé stesso, ma fondamentali restano i valori, i principi e le volontà concrete di far bene nella cosa pubblica».
Domenico Sammarco