Il poeta manduriano ricrea il devastante scenario bellico della Prima Guerra Mondiale
n poemetto, in dialetto manduriano, per raccontare la guerra e il campo di concentramento. Nella nuova pubblicazione di Cosimo Greco, “La rosa e la trincera” – Lu quinnici-diciottu”, il poeta manduriano ricrea quel devastante scenario bellico, inserendo come protagonisti quei contadini di un Sud affamato che furono chiamati al fronte e che furono testimoni della guerra.
La voce narrante è quella di Tori, contadino manduriano che valuta a suo modo gli orrori della grande guerra e li “trasmette” come “consegna” al figlio, affinché attraverso la poesia possano ispirare nelle nuove generazioni il senso della pace e della fratellanza tra i popoli.
In questa opera di ricostruzione di sofferenze, angosce e paure di quella guerra, Greco attinge a piene mani dai veri racconti dei contadini reduci. Lui, ancora bambino, li ascoltava nella pause del lavoro nei campi.
A Tori, Cosimo Greco affida il compito di scuotere e sensibilizzare la coscienza individuale e quella collettiva sulla bruttura della guerra.
Un’opera, in versi, quasi unica, sia per il tema scelto, sia per la lingua utilizzata: il dialetto di quasi un secolo fa.
«Per Cosimo Greco l’opzione geolinguistica lungi dall’essere un limite comunicazionale» scrive il critico Gino Pisanò nella premessa. «Si precisa e irrompe nella precedente scrittura creativa, come “spazio” concreto e vitale, aderente all’austerità dell’assunto (già oceanicamente trattato in lingua da altri), nel quale allignano le radici di un’esistenza determinata e finita da confini storici, antropologici, familiari. Pertanto, proprio il carattere del linguaggio poetico novecentesco, il cui canone rifiuta anarchicamente l’esito in un omologante bacino linguistico, ha forse influito, in Greco come in altri, sulla genesi di una estrema, ultima, “lunga romanza”. Non gli bastava più la lingua della cultura ufficiale per inopia di realismo, ossia di totale aderenza all’esperienza di un dolore che la guerra ha moltiplicato e moltiplica all’infinito».
Questa nuova produzione di Cosimo Greco (con traduzione italiana a fronte) sarà presentata sabato prossimo, alle 18,30, presso il Museo della Civiltà del Primitivo di Manduria dei Produttori Vini. Dopo i saluti del sindaco Paolo Tommasino e del presidente dell’Archeoclub di Manduria, Sergio De Cillis, interverranno il docente di Letteratura Italiana dell’Università di Bari, Luigi Marseglia, il preside Vittorio Basile e l’editore del libro Mario Congedo. E’ prevista anche la lettura dell’opera da parte dell’autore, con la partecipazione di Imma Naio (voce), Vanessa Degironimo (violino) e Sabrina Ludovico.