Scritto da Mario Terreno e stampato dalla Tiemme di Manduria
Mario Terreno ha scritto il volume “Villa Francesco Schinaia”, stampato dalla Tiemme di Manduria. Si tratta della storia, delle fotografie e dei disegni di “Un edificio simbolo di Talsano – Taranto” come si legge nel sottotitolo.
L’autore, genovese ma dal ’70 residente a Taranto, è un appassionato di arte e tecnica, conosciuto e apprezzato anche per aver realizzato diversi disegni costruttivi per aeromodellisti. Tutt’altro settore quello in cui si è cimentato ma che ha in comune la sua minuziosa attenzione al particolare costruttivo.
Ha realizzato quest’opera di 117 pagine con la collaborazione fotografica del proprietario attuale erede della villa, Giuseppe Schinaia, nato a Talsano.
Il testo infatti risulta arricchito da ben 52 figure-foto oltre quella di Francesco Schinaia che troneggia nel bel mezzo di pg. 18, il predecessore di Giuseppe, che volle la costruzione dell’edificio.
In queste figure si passa dai numerosi particolari esterni architettonici, relativi alla facciata a quelli interni, alla statua di San Francesco da Paola, che il devoto Francesco Schinaia (che vediamo nella foto accato)
aveva acquistato a Lecce. Statua che come si legge nel libro doveva essere ospitata nelle intenzioni di Francesco, in una chiesetta da realizzare nell’angolo nord-est della villa in quella piazzetta ricavata, riportante la lapide “Piazzetta Maria Giuseppa Pignatelli”, mamma di Francesco Schinaia. Questa statua fu inizialmente riposta in una sala della cantina in attesa della chiesetta, che non fu mai realizzata. Dopo il decesso di Francesco Schinaia, avvenuto il 15 maggio del ’48, si fece strada da parte dei nipoti eredi l’idea che la statua potesse essere esposta in una chiesa di Talsano in modo che il santo protettore dello zio potesse essere venerato dai Talsanesi.
Fu quindi deciso di donare la statua al Santuario di Nostra Signora di Fatima, finito di edificare nel ’58 e divenuto Santuario Mariano Diocesano l’anno dopo.
Il Santuario situato al termine del corso principale di Talsano, ospitò la statua dal 1960 e per l’occasione fu organizzata, con l’allora parroco don Luigi De Filippis, una processione storica dalla villa al Santuario di Nostra Signora di Fatima, dove la statua, in cartapesta leccese, si trova ancora oggi (fig. 40 pg.56).
La villa è stata sede del ben noto osservatorio geofisico di Taranto “Luigi Ferrajolo” dal 1975 al 2008 di cui compare traccia nella fig. 38 che riporta l’altana dove si può notare che sul belvedere, come scritto è visibile lo strumento per la misurazione e la determinazione della direzione del vento.
Ma al di là di questa attività questa costruzione risulta “un edificio particolare e certamente unico nel suo genere in Talsano”, secondo le parole di Terreno. È questa l’idea che ha permesso all’autore di superare lo sconforto iniziale per le troppe difficoltà subito riscontrate,
sopravvenuto dopo due settimane dall’inizio dei rilievi e della stesura dei primi schizzi nonostante la sua riuscitissima esperienza forte di numerosi progetti realizzati come quelli per esempio, presentati nella rivista “Modellistica International”.
Senza la stesura di questo volume, il rischio sarebbe stato quello che i passanti in transito nei pressi dell’edificio avrebbero continuato ad ignorare Villa Francesco Schinaia e Francesco Schinaia stesso, ricordandola al massimo soltanto come sede dell’osservatorio geofisico di Taranto. Ma i due eclettici personaggi a cui si deve il volume, cioè ricordiamo l’autore Terreno e il collaboratore erede Giuseppe Schinaia che ha voluto la pubblicazione e raccolto le informazioni, i documenti e le testimonianze tra conoscenti, son ben riusciti a restituire all’edificio nuova vita, ripartendo proprio dalla basilare testimonianza di Francesco Schinaia, che volle iniziare la costruzione dell’edificio di tre piani nel 1921 portandolo a termine nel ’46. Francesco Schinaia fu il quarto di ben otto figli.
Era dotato di ferrea volontà e di notevoli capacità imprenditoriali. Francesco con l’impegno e il sacrificio indomito tipico di un’era, da gran lavoratore in varie attività, racimolò il capitale necessario per mettere su, una proprietà agricola. Ma non si fermò qui ed andò avanti come solo un uomo moderno per i suoi tempi, poteva pensare di fare. Cominciò con la costruzione di una casa colonica per rispondere alla sua necessità di seguire i lavori della sua attività agricola. Poi continuò con un completamento di questa in modo da poterci abitare.
La casa colonica, edificata sullo stesso luogo dove attualmente sorge la villa, diventerà in seguito parte della villa. E a suo nipote Angelo, disegnatore nell’Arsenale della Marina Militare, che si era coinvolto inizialmente nel progettare l’edificio, dopo averlo ringraziato e lodato, gli disse che doveva trovare il modo di far risaltare quanto lui fosse devoto alla Chiesa visto che era insignito anche del titolo di Commendatore dell’Ordine di San Silvestro Papa. Per far questo non avrebbe badato a spese secondo una sana ambizione che non vuole porsi limiti, se non quello del buon andamento dell’azienda agricola. Francesco infatti da persona saggia, legava la costruzione della villa alle sorti dell’azienda agricola, che se avesse portato frutto, sarebbe stata unica fonte di fondi per la costruzione. Inoltre in questo modo la villa fu sentita da tutti i facenti parte dell’azienda come un’ambizione comune. Il volume si avvale inoltre di 10 schizzi di Terreno, di buona fattura eseguiti a mano sul posto con le misure dei particolari, di 9 planimetrie, di 5 disegni delle facciate dell’edificio di notevole complessità per la grande varietà di particolari presenti e di 43 tavole con disegni di particolari ricavati dalle facciate. Luca Marzano ha collaborato invece per il design e l’artwork di copertina.
Vito Piepoli