A rappresentarla, nel teatro “Padre Turoldo”, la compagnia “Teatroperpiacere”
Sabato 16 e Domenica 17 aprile, al teatro “Padre Turoldo” di Taranto, “parte” la nuova avventura della compagnia “Teatroperpiacere”. Il sodalizio porterà in scena il nuovo lavoro dialettale di Mimmo Spazioso: Se n’ha sciùte ‘a luce (Someone under the rainbow).
Un viaggio, bisogna essere d’accordo, è sempre un’avventura; si tratti di aereo, auto, nave, corriera o treno, cambia poco davvero.
E’ avventura per l’elasticità dell’orario di partenza che non coincide, quasi mai, con la promessa spergiura di chi ha pubblicizzato con esagerata enfasi la proverbiale e indiscutibile puntualità organizzativa; è avventura per la sua durata che, anche su questo saremo d’accordo, non corrisponde davvero mai al preventivo consegnato a
pubblicazioni, tabelloni, stampe, gentili voci di speaker, zio alla guida della Prinz modello ’68 ancora in circolazione e ogni altro strumento di divulgazione.
Bello è vedere, ad esempio, con quanta cura siano appuntate e ferramente pronosticate certe previsioni per cui “un viaggio” debba durare, non so, “otto ore e trentasette minuti” dalla partenza all’arrivo, salvo poi considerare che l’unica certezza finale sarà quella dei trentasette minuti contenuti diverse volte, forse troppe, nella somma delle ore effettive di sofferenza.
Già solo per queste considerazioni di spicciola consuetudine, e comune conoscenza, un viaggio è comunque e sempre avventura.
Non bastasse, nel viaggio si mescolano e si sovrappongono ben altri fattori e accadimenti, personaggi e situazioni; l’incontro, quasi mai piacevole, con il troppo loquace compagno del sedile accanto che tutto di sé vuole raccontare, il rumoreggiare della rivista sfogliata con eccessiva veemenza dall’appariscente starlet “tanto trucco e lunghe unghie verde topazio”, il brontolio cavernoso del passeggero assopito che mai ha curato le sue adenoidi e che sarebbe pronto a giurare di non aver mai russato nella sua vita, la scarsa propensione all’uso del deodorante, e del sapone pure, della corpulenta signora che non vuole tranquillizzarsi e procede nella più spensierata e innocente liberazione dei propri effluvi con movimenti esagerati; tutto diventa parte di avventura da ricordare o tentare, inutilmente, di cancellare dal portfolio delle personali esperienze di vita.
Qui si tratta, per l’appunto, di un viaggio. Un viaggio in treno poco plausibile per un altrettanto poco probabile percorso che mena da Bologna a Taranto; i passeggeri sono pochi ma con tanti problemi, tutti diversi di tenore e importanza ma naturalmente fastidiosi per chi dovesse incontrarne la quasi pericolosa realtà; ci sono due genitori in disaccordo su parentele da perdere di vista o da tenere care e tornare a visitare per riassaggiare o rifiutare “piadine al crescione”, una vezzosa e irriverente figliola che reclama una giusta e dovuta libertà di sentimenti e azioni, un giovane e inizialmente educato viaggiatore che si lascia prendere da un certo clima familiare e di complicità, c’è un controllore votato alla maniacale verifica dei biglietti di viaggio, e c’è una hostess di bordo troppo confidenziale e intrusiva, e c’è ancora una signora “tutt’una con il cellulare” o con chi da un’altra parte del mondo sembra essere in collegamento con lei; poi, anche una fanciulla in cerca di una sala da bagno comoda e ristoratrice prima della serale uscita con le amiche per le strade del centro di non si sa dove, e non manca il consueto ricercatore della sua compagna che non gli comunica mai per tempo il colore dell’abbigliamento con cui è uscita di casa e, addirittura, la signora Amalia che si arrenderà alla costrizione di dover cucinare due spaghetti al burro.
Come dire: quasi tutti gli ingredienti di un viaggio come altri c’è capitato, sicuramente, di vivere.
C’è poi, ma proprio a conti fatti, un senso e un indirizzo, un segnale e un consiglio, se vogliamo avvertimento e avviso di cautela, ma questo è seme di altra storia e non può essere piantato con giustificata aspettativa di germoglio e fioritura se non si prepara prima il terreno con l’accettazione dei caratteri strani e fantasiosi dei personaggi, se non si accetta quindi il fatto semplice e incontrovertibile che ogni viaggio sia, in effetti e come sempre, un’avventura in ogni caso.
Saliranno sul palcoscenico: Rosetta Agaparupa, Donatella Zingarello, Rita Solito, Aldo Solito, Filomena Zingarello, Mary Rossi, Stefano Zizzi, Angelo Solito, Sergio Tersigni e Ludovica Borsci. Scenografia: Paolo Bardoscia; voce Speaker: Cinzia De Simone; direzione di scena: Rosa D’alò. Media partner: www.piazzaebalia.it
Sipario Sabato 16 aprile alle ore 21.00 e domenica 17 aprile alle ore 19 presso il Teatro Padre Turoldo, in via Laclos, ang. Via leonida, a Taranto. Posto a sedere numerato € 7,50.
Per informazioni: 3355862104.