L’allarme: sarà salasso Irpef?
Evitare l’aumento dell’addizionale Irpef regionale dello 0,50 per cento sui redditi di tutti i pugliesi, che diverrà necessario se la Regione non riuscirà a coprire in altro modo i 90 milioni di euro di minori entrate di Irap, contabilizzate per il periodo 2007-2009, che hanno provocato un buco (una sopravvenienza passiva) nella copertura del bilancio della sanità dell'anno 2010: è questo il lavoro sul quale si concentreranno nei prossimi giorni l’assessore al Bilancio Michele Pelillo e i tecnici dell’assessorato.
Sono due le strade da verificare: la prima è legata alla richiesta, avanzata nei giorni scorsi dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al governo, di «autorizzare le Regioni sottoposte al Piano di rientro ad utilizzare i fondi Fas per la copertura del debito 2010 nella misura accertata dai previsti Tavoli di verifica»; la seconda prevede la verifica presso il ministero delle Finanze sulla possibilità di applicare una aliquota inferiore allo 0,50 per cento (0,20 o 0,30 per cento) per coprire le minori entrate di 90 milioni dell'anno 2010.
La Regione Puglia non considera con grande interesse la possibilità di utilizzare il Fondo per le aree sottoutilizzate per coprire il disavanzo della sanità, posto che quelle risorse dovrebbero essere destinate a finanziare la difesa del suolo, le infrastrutture, i trasporti. Ma un piccolo taglio alle risorse Fas 2007-2013 (che il governo non ha ancora messo a disposizione della Puglia) potrebbe dimostrarsi utile per evitare di applicare l’aumento dell’Irpef. Un aumento che è stato già contestato dalle organizzazioni sindacali, le quali hanno invitato la Regione a trovare un’altra soluzione per coprire il disavanzo ed evitare che la nuova tassa ricada senza distinzione di reddito su tutti i pugliesi. E la stessa Regione, dopo aver eliminato l’addizionale Irpef dello 0,50 per cento nel 2010 (nei due anni precedenti era stata applicata solo sui redditi imponibili superiori a 28 mila euro) vorrebbe evitare di reintrodurla.
E qui si arriva alla seconda ipotesi al vaglio dell’assessore Pelillo: la possibilità di introdurre l’aliquota dello 0,20 o 0,30 per cento per coprire le minori entrate Irap del 2007, 2008 e 2009.
«L’aumento dell’Irap è un obbligo che ci verrà imposto dal Tavolo Massicci (è il luogo di verifica presso il ministero dell’Economia dei conti della sanità) se non riusciremo a coprire in altro modo le minori entrate Irap», ha spiegato in più occasioni Pelillo. «Ma quel disavanzo è stato provocato da una errata valutazione del ministero dell'Economia, quindi non è una responsabilità della Regione», ha aggiunto Pelillo.
Da qui il tentativo di Pelillo di verificare se è possibile introdurre una aliquota inferiore allo 0,50 per cento. Il ragionamento che viene fatto in assessorato è il seguente. Nel 2010 con addizionale regionale Irpef dello 0,90 per cento la Regione ha incassato 290 milioni di euro circa. Con un aumento ulteriore dello 0,50 si incasserebbero altri 160 milioni di euro circa. Ma la Regione deve coprire solo 90 milioni di disavanzo nel 2011 (per il 2010) e poiché l'applicazione dell'Irpef è retroattiva basta introdurre una aliquota inferiore (lo 0,20 o 0,30) per farvi fronte. Si vedrà se questo ragionamento verrà accettato dal ministero dell'Economia.
In caso contrario con la legge di assestamento di Bilancio (nel prossimo mese di giugno) la Regione dovrà introdurre un aumento dello 0,50 per cento sull’Irpef regionale. E per i pugliesi sarà un bel colpo. Per un reddito imponibile di 12.000 euro l'aumento sarà di 60 euro per l'intero 2011, per chi ha un reddito impiegatizio di 30mila euro il conto Irpef aggiuntivo sarà di 150 euro.