Successo per il programma di quest’ultima edizione
Se il FAI ogni anno organizza le sue giornate pro arte in Italia e dintorni, Manduria risponde rinnovando il suo appuntamento con Androni Aperti, anzi spalancati.
Questa manifestazione, dal titolo “Confronti d’Arte”, si caratterizza per i portoni, più che gli androni, volti all’accoglienza di turisti, concittadini ed esperti.
Il tour a cielo aperto ingloba le sontuose dimore storiche della Manduria bene di altre epoche, rimandando gli interessati alla vista di Palazzo Cagnazzi, Pasanisi, Selvaggi, Schiavoni, Briganti, Dimitri, Pasanisi bis (ma di via XX Settembre), Schiavoni bis (anche questo sempre in via XX Settembre).
Arte in tutte le salse, forme e materiali, quella di questa edizione, sparsa per i cortili dei bastioni monumentali di questo nostro ridente comune, tra la fotografia digitale di
Piero Arnò, le fotografie d’autore e la ceramica di Emanuele Franco, Gregorio Prudenzano, Pietro Stranieri, l’incisione e il vetro di Giuseppe Greco, Francesco Selvaggi, Margherita Margherito già artista nel nome, Luca Migliaresi, la pittura di Antonio Lomartire, Salvatore Piccione, Maria R. Fanuli, S. Filograno alias Siberiana, Maddalena Arnò, Dario Pisconti, Valentino Morleo e l’artigianato in tutti i luoghi ed i laghi, di antica Fucina, Angelo Pecoraro, Piero Montalabano, Di Lorenzo, Dinoi Giuseppe, Antonella Perrucci, Katia Occhinero, Nella Mero, Giovanna Leone, Rina Ponno, Maria Doria, Anry, Barnaba Rosella, Ass. Piccole Donne, Brunetti Antonio.
Il sacro fuoco dell’arte di Apollo brucia nei talentuosi piccoli fans in preda all’Art Attack di questa due giorni di full immersion tra stili, visioni futuristiche, a tratti magari improbabili di interpreti non di fumi, tarocchi, astri e fondi di caffé, ma di animi sensibili alla ricerca di un senso altro della e nella vita da imprimere nelle loro opere per catturare quel tanto di inedito ancora c’é nell’aria e per esprimere un io che precede il nome ed il cognome, quasi fosse un particolare di secondaria importanza. Ciò che conta la tracciabilità del proprio own style, visto, scovato, cercato, saccheggiato, spiegato, filosoficamente reso, espresso in modo contorto nei materiali nobili e non nobili, contaminati con quel tanto di multimedialità, per coniugare passato, presente e futuro.
Insomma una Manduria inedita, con la movida delle famiglie di un anonimo sabato sera di provincia tra le fiaccole accese di un invito a palazzo, dalle porte spalancate allo sconosciuto, gli ormoni recalcitranti di adolescenti impegnati nel countdown per la fine della scuola, e quelle dei loro genitori asfissiati già dall’idea di tre mesi tre, di figli in stato selvaggio.
Manduria, dunque, sacra in tutto e per tutto prima dell’abbandono estivo, a misura di cittadino e di artista.
Mimmo Palummieri