lunedì 23 dicembre 2024


22/05/2011 22:06:15 - Manduria - Cultura

Cin Cin .....

 
“Nel vino c0è saggezza, nell’acqua ci sono i batteri, berremo latte quando le vacche mangeranno uva.....”, “Quanti bicchieri di vinu mi mbevu, tanti pinsieri di capu mi llevu..”.
Comincia e finisce così, tra il serio ed il faceto, tra la citazione di una trattoria della Borgogna ed un sempreverde proverbio della saggezza popolare nostrana, tra un imprinting all’Amici miei da atto unico, e uno spot da divulgazione scientifica alla famiglia Angela, l’incontro che si è tenuto presso il salone di rappresentanza del Circolo Cittadino di Manduria nella centralissima piazza San Francesco.
Titolo della manifestazione culturale “Vino e geologia”. Relatore, il chiarissimo prof. Mario Del Prete, dell’Università della Basilicata, studioso, nonché, uno dei massimi esperti in quanto a conoscenza dei fenomeni geologici internazionali, ormai manduriano d’adozione.
Erano inoltre presenti il prof. Enzo Caprino, presidente del Circolo Cittadino, che ha introdotto i lavori e salutato gli intervenuti, il presidente del Consorzio Produttori Vini di Manduria, Fulvio Schiavoni. Partner dell’evento, il Circolo Cittadino di Manduria, il liceo classico e scientifico “F. De Sanctis- G. Galilei” di Manduria, l’Amministrazione Provinciale di Taranto, il Consorzio Produttori Vini, sempre del nostro comune.
Più che una tediosa conferenza in stile intellighenzia universitaria, affogata nelle citazioni ed i paroloni incomprensibili ai più, una rimpatriata tra amici, un divertissement anche linguistico che comincia già dal titolo, all’origine di un calembour alquanto piccante che lo deforma in Vino e gelosia, forse per una commistione che associa il nettare degli dei alla perdita di controllo dei e sui sensi. E non poteva essere altrimenti vista l’avvenenza delle signore presenti, tutt'altro che un ornamento, che non sono certo passate inosservate agli occhi di altrettanti navigati tomber des femmes.
Un gongolante prof. Enzo Caprino, sfruttando l’assist dell’ambiguità del titolo, rincara la dose affermando “che il vino libera dall’oppressione e garantisce vitalità, la stessa che le Baccanti ritrovavano nelle feste dionisiache, nell’unica giornata di libertà da badanti moderne del talamo nuziale concessi dai loro mariti, per affogare i dispiaceri di una vita di pura decorazione domestica, per concedersi ai piaceri di Bacco, Tabacco e Venere”.
Il “testimone” passa poi a don Fulvio Schiavoni, che ribadisce, nel suo breve intervento la funzione altamente culturale svolta storicamente dal Circolo Cittadino di Manduria, definito “...Una fucina di cultura e culla dei grandi tormenti degli illustri studiosi del nostro Comune che animarono i dibattiti sui temi scabrosi e fastidiosi di centocinquant’anni di presenza dello stesso, una fra tutte la conferenza del 1889 su Giordano Bruno, con i preti diciamo elegantemente tenuti estranei al confronto..”.
Tocca poi al relatore, guest star per una sera, studioso e docente da una vita, amante della vita, dei sapori e della bellezza a tuttotondo, fervente e appassionato animatore di molti salotti intellettuali culturali, sviluppare il tema della serata. Slide coloratissime da consumato professore universitario, la materia nemmeno a parlarne tra le mani e le corde vocali, la conoscenza profonda del territorio del mondo a portata di click, aria da gentleman molto British, battute esilaranti per rendere ancora più appetibile l’ascolto, e tante, tante, ma davvero tante, chicche di saggezza tutte in Power Point, veicolate con garbo e fare just a little English, di chi , forse, non si rende conto di quel che dice e del come lo dice. Racconta, spiega, semplifica e schematizza la storia, le geografia, le geologia e l’alchimia magica della chimica, di queste ed altre conoscenze e componenti che accomunano fasce climatiche e paesi lontani nella distanza, ma vicini nella grande capacità di produrre vini di eccezionale qualità, che fanno però dell'Europa, l’oracolo di Delfi in fatto di eccellenza enologica.
Non è mancata, com’era prevedibile, una strizzata d’occhio da spudorato campanilismo ionico, relativamente alla straordinaria capacità degli inconsapevoli contadini “ti li patuli” di battere in competenze nella gestione delle vigne, i nostri cugini Francesi, da sempre in combutta per “fregarci la palma d0oro, sul podio della qualità delle nostre uve. Nemmeno a dirlo, Primitivo Forever come la Callas, l’inimitabile sintesi del clima, del territorio, e della benevolenza della natura che dona gratuitamente ciò che poi riempie le tasche di chi ne riconosce la generosità e la sfrutta senza nemmeno il pericolo di un qualche risarcimento da alcun diritto d’autore violato.
Insomma sempre attuale l’antico detto In vino veritas per unire nel piacere del bere, epoche e uomini di ogni tempo nella consapevolezza che la natura va difesa e non violentata se non vogliamo che le generazioni future perdano il gusto della vita sana. Libiam, libiam ne' i calici della Traviata e mi raccomando occhi ai sensi...!
 
Mimmo Palummieri










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