TARANTO - L'assessore regionale Pelillo ribadisce la convinzione che l'ospedale San Raffaele si farà
Il resoconto della conferenza stampa insieme ad altri consiglieri regionali
Dissipare i dubbi e superare le speculazioni politiche intorno alla realizzazione del nuovo ospedale pubblico di Taranto, il San Raffaele del Mediterraneo. L’assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, e i consiglieri regionali del centrosinistra della Provincia di Taranto Alfredo Cervellera, Francesco Laddomada, Patrizio Mazza, Michele Mazzarano e Donato Pentassuglia, hanno spiegato nella conferenza stampa di ieri mattina all’Hotel Delfino di Taranto, le ragioni del si al più grande investimento pubblico mai visto in riva allo Ionio.
Il progetto San Raffaele del Mediterraneo si è reso necessario, secondo Pelillo, per due motivi principali: “Taranto è la provincia più penalizzata per quanto riguarda gli investimenti in edilizia sanitaria, passando dai 6,02 euro procapite per cittadino residente nel 2003, ai 3,56 euro del 2010, rispetto ai 36,30 euro di Bari”.
La seconda ragione è legata alla mobilità passiva, cioè la condizione per cui i residenti della provincia di Taranto sono costretti a farsi curare fuori dalla Asl di appartenenza: il dato è il più alto di tutta la regione. Pelillo sottolinea come “la mobilità passiva costa all’Asl di Taranto 133 milioni l’anno” e ciò dimostra che “l’offerta di cura sul territorio è oggettivamente insufficiente”. “Soltanto il 68% dei residenti trova cura sul territorio, mentre la media regionale si attesta all’81%”.
Pelillo fa però chiarezza sul fronte più acceso, che ha diviso e che continua a dividere l’opinione pubblica: “La Fondazione San Raffaele del Mediterraneo non ha nessun collegamento economico con la Fondazione San Raffaele di Milano”. “Il San Raffaele di Milano non mette un euro, non prende un euro. L’unico contatto che esiste è di carattere scientifico-didattico e non economico-finanziario”. “L’opera pubblica è interamente pubblica, l’ospedale è della Regione e della Asl, finanziato interamente con soldi pubblici. La particolarità sta nel fatto che si è voluto costruire un ospedale pubblico e provare la sperimentazione gestionale col privato, sfruttando una legge degli anni ‘90. Quando l’ospedale sarà completato, partirà un triennio di sperimentazione in cui sarà affiancato al San Raffaele di Milano: decorso il triennio, se la sperimentazione risulterà gradita alla Regione Puglia si continuerà, oppure il direttore generale della Asl ne farà un ospedale come tutti gli altri”.
Dello stesso avviso il consigliere Cervellera. “Se lo avessimo chiamato ospedale San Cataldo del Mediterraneo forse nessuno avrebbe dubitato dell’autonomia rispetto al San Raffaele di Milano”.
Il discorso si amplia parlando di infrastrutture e di urbanistica, “perché Taranto ha bisogno del San Raffaele del Mediterraneo e della rete di collegamenti che accompagna e amplia il progetto”.
Entro la fine del 2011 ci sarà l’avvio del bando per l’affidamento dei lavori che partiranno nei primi mesi del 2012 per concludersi nel 2015: il tutto con la supervisione della Regione.
Nicola Sammali