domenica 24 novembre 2024


09/03/2009 21:31:20 - Manduria - Politica

Il governatore preferisce non parlare del nodo-depuratore

 
Dalla parte dei ragazzi, privati di una finestra aperta verso il futuro e con una prospettiva, quindi, senza alcuna certezza.
Nichi Vendola ha incontrato, ieri mattina, un folto gruppo di studenti degli istituti manduriani. A loro, con passione, si è rivolto, censurando i limiti e le responsabilità della società moderna, che idealizza la velocità e che riserva ai ragazzi solo incertezze e un futuro che non gli appartiene. Ignorando gli stimoli e le sollecitazioni che li erano stati rivolti dal sindaco Francesco Massaro, nell’intervento che ha aperto il convegno in Fiera sulla sicurezza stradale (era presente anche il responsabile del 118 della provincia di Taranto, dott. Mario Balzanelli).
«La nostra è una terra di mezzo» ha affermato il dott. Massaro. «E’ una terra prettamente salentina, ma inglobata nella provincia di Taranto. E’ una terra che ha bisogno di essere collegata al resto del territorio. Perché non è possibile che per portare una sacca di sangue dal “SS. Annunziata” di Taranto al “Giannuzzi” di Manduria si possa impiegare un’ora e mezza».
Poi Massaro ha lanciato tre input al governatore Vendola.
«Qui a Manduria, poco prima di Natale, è partita la raccolta differenziata» ha ricordato. «Ho l’orgoglio di annunciare al governatore Vendola che a febbraio abbiamo già toccato il 18%. Mi faccio inoltre portavoce di un appello delle organizzazioni agricole: non basta, in Puglia, un solo marchio di tipicità. Si tenga conto anche del sistema jonico-salentino. Infine la nostra è una terra che cerca di venire incontro alle esigenze di Sava, facendo in fretta un depuratore, ma che vuole, nello stesso tempo, venire incontro anche alle esigenze di Manduria e Avetrana, che vorrebbero preservare il mare».
Vendola non ha raccolto nessuno degli input di Massaro, avendo preferito soffermarsi, invece, sui tanti problemi del mondo giovanile.
«Le nostre chiacchiere non incantano più i giovani, che vivono nel senso della precarietà e che sono degli atomi impazziti» ha affermato Vendola. «A che serve studiare se non si hanno prospettive di futuro? A che serve impegnarsi se si vive respirando diossina e se si rifiuta di considerare il rifiuto come una materia e non come un problema? E’ più facile, infatti, definirli rifiuti, invece che notare che in questi rifiuti c’è tanta materia che può essere riutilizzata. La plastica, ad esempio, che se bruciata produce diossina. O la frazione umida, che si trasforma in concime e che dovrebbe sostituire i tanti pesticidi che inquinano i campi agricoli. La ricchezza, prima che sia quantificata attraverso il PIL, deve anche essere commisurata con gli aspetti sociali e ambientali, oltre che con la qualità della vita».
Sarebbe stato interessante apprendere anche il pensiero di Vendola sul depuratore. Perché anche inquinando il mare attraverso gli scarichi, al largo, di reflui di tabella 1 (la meno pura), si comprime ancor di più o si annulla il futuro dei giovani, considerato che il turismo è della delle poche ricchezze della zona.










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