Il nido sarà vigilato sino alla schiusa, prevista intorno al 15-20 agosto
Un nido di tartaruga Caretta Caretta nel tratto di litorale fra Campomarino e Torre Ovo, più precisamente in contrada Capoccia. E’ venuto alla luce, probabilmente a causa di una mareggiata che ha seriamente danneggiato diverse uova, nella giornata di domenica mattina.
«E’ la terza volta, nel giro di poco più di un anno, che una tartaruga Caretta Caretta sceglie il litorale jonico-salentino, fra Torre Lapillo e Torre Ovo, per deporre le propria uova» fa notare Francesco Di Lauro, attivista manduriano del WWF, componente del gruppo di ricerca e di studio dei nidi delle tartarughe della specie più comune sulle spiagge del mar Jonio e, più in generale, del mar Mediterraneo. «Lo scorso anno abbiamo avuto sentore che una tartaruga avesse tentato di depositare le proprie uova nella zona “Mirante” di Campomarino. Abbiamo scavato in quella zona, ma non abbiamo trovato nulla, se non delle tracce del passaggio della tartaruga, che forse avrà nidificato in una zona attigua. Qualche settimana fa è stato trovato un nido di tartaruga a Torre Lapillo e, l’altro ieri, questo nido di Campomarino. Stranamente hanno nidificato in una zona che è stata esclusa dal Parco Marino, anche se inizialmente inserita: quella fra Porto Cesareo e Torre Ovo. Credo sia necessario e doveroso riparare a questo errore: la zona va inserita nel Parco Marino».
Nella giornata di ieri è stata sul posto anche la dott.ssa Micò, un’attivista del WWF di Policoro che si occupa di tartarughe e dei loro nidi.
«Abbiamo notato che qualche bagnante, vedendo le uova di tartarughe che la mareggiata aveva portato in superficie, ha tentato di riposizionarle nel nido. Ma sia la mareggiata, che l’incauto bagnante hanno provocato dei danni: abbiamo verificato che solo il 30% delle uova si sono salvate. Insieme alla dott.ssa Micò, abbiamo tirato fuori tutte le uova, numerandole, e, poi, le abbiamo inserite, nello stesso ordine, in un nido che abbiamo realizzato a qualche metro di distanza, in una zona più al sicuro delle mareggiate».
La schiusa potrebbe avvenire fra il 15 e il 20 agosto: sino a quel momento, le uova vanno rigorosamente controllate e protette da predatori o da “vandali”..
«Abbiamo recintato la zona, in modo da impedire ai bagnanti di posizionare gli ombrelloni. Abbiamo iniziato dei turni di sorveglianza, 24 ore su 24. C’è bisogno di volontari, che si alternino. Lancio un appello a tutti gli ambientalisti: anche con 2 ore di turno al giorno, possiamo garantire la protezione del nido. Chi intende collaborare, potrebbe contattare me oppure offrire la disponibilità alla Capitaneria di Porto o ai Vigili di Maruggio. Ci servirebbe, quindi, una tenda, come base di appoggio: qualcuno può prestarcela? E poi chiediamo alla Capitaneria e ai Vigili di Maruggio di garantire una sorveglianza speciale il 14 e il 15 agosto, quando di solito le spiagge vengono assaltate da bagnanti che si accampano: bisogna assolutamente evitare che qualcuno possa danneggiare il nido».