lunedì 23 dicembre 2024


12/03/2009 12:16:42 - Manduria - Cultura

In scena la compagnia “Ce famija”

 
In questo fine settimana (sabato 14 e domenica 15 marzo), sul palco del teatro “Don Bosco”, alle ore 20, torna anche quest’anno l’unicità e l’ineguagliabile carico di coloritissime scene e battute … da piegarsi in due dalle risate, interpretate in vernacolo dalla compagnia teatrale “Ce Famija”. Compagnia composta da un gruppo di amici, noto sicuramente a tutti coloro che da anni non vogliono perdersi nessuna delle rappresentazioni comiche che il panorama delle compagnie teatrali offre a Manduria. Una “cricca” di attori nata nei primi anni ‘80 che si ispirarono ad episodi della vita quotidiana veramente vissuti, che trasformarono inizialmente in semplici e brevi sketch. Con l’accrescersi della passione per la recitazione, unita all’affetto e al supporto di innumerevoli “fans”, gli sketch sono diventati vere e proprie commedie teatrali, inscenate poi nei leggendari teatri della città, come il Candeloro prima e poi l’Ideal poi.
Da sempre il loro è stato un approccio molto originale al mondo delle commedie in vernacolo, sia per la creazione “fatt’in casa” dei testi, che per l’irremovibile scelta, confermata negli anni, di non pubblicare mai i nomi veri dei protagonisti sulla scena, quasi a voler diventare un tutt'uno tra di loro e con le storie rappresentate.
I titoli più conosciuti che richiamano ancora risate sono senz’altro “Ogni casa ncè na croci”, “Oh, mali sorta la noscia!”, “Quannu pija e dici li cosi” e così via. Quest’anno verranno riproposte le scene di “Puru li ricchi chiangunu”.
Questo canovaccio fu rappresentato per la prima volta nel 1986, e racconta di una famiglia contadina, tipica della nostra tradizione culturale manduriana, che forse va ad estinguersi sempre più con il progresso che avanza impetuoso. Incontreremo la moglie “Filumena Zumpabbanna” col marito “Cricoriu Toribabbu”, la figlia “Niculina”, coadiuvati nelle faccende domestiche dall’incredibile serva “Rafela Sanasana”, e frequentemente visitati dalla simpatica commare “Maddalena Settispiriti”. Possiamo definirla una famiglia tranquilla, normale come tante. Almeno finchè non irromperanno nella scena una certa contessa Eufelia Anastasia Nicolais di Cascais, affiancata dal suo fedele maggiordomo curiosamente chiamato Cosè, i quali sconvolgeranno gli equilibri di tutti.
Leggendo la locandina ci si può accorgere di come la compagnia “tenga al decoro e alla dignità degli spettatori”, consigliando loro di munirsi di appositi ausilii di genere sanitario per le “esigenze fisiologiche” che ne deriveranno dalla visione della storia, e chi ha già avuto modo di assistere, compreso lo scrivente, sa quanto questo possa esser vero.

 
 
Antonio Vitale










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