Dialogo tra Tonino Filomena e Pierfranco Bruni. In uscita un pamphlet dal titolo “Io sono una pecora”
“Dalle eresie risorgimentali ai riti sciamani degli Indiani”. Su questo tema si è discusso, in un energico e robusto incontro tra scuole di pensiero articolate, nella Terrazza Culturale “Berto Ricci” di Maruggio, proponendo chiavi di lettura che hanno riguardato l’Unità d’Italia vista con lo sguardo della cultura esoterica ed eretica a cominciare dalle interpretazioni di D’Annunzio, Capuana, la Regina Maria Sofia, Ninco Nanco e Carmine Crocco sino a toccare le culture etno - antropologiche e la fine degli Indiani d’America che costituiscono un incrocio sia storico che allegorico in un contesto qual è stato l’epilogo degli anni che vanno dalla metà dell’Ottocento sino ai primi del Novecento.
A discuterne sono stati due esperti che in riferimento a tali argomentazioni hanno pubblicato diversi scritti. Tonino Filomena, storico sul brigantaggio e conoscitore attento delle “bugie risorgimentali” e Pierfranco Bruni, scrittore e studioso delle culture etniche e dello sciamanesimo tra Carlos Castaneda e il mondo cristiano e musulmano. Ha coordinato i lavori Micol Bruni , Presidente dell’Istituto di Ricerca per l’Arte e la Letteratura e Cultore della Materia all’UNIBA. Il sottotitolo ha avuto un inciso: “Dalle bugie all’ironia”.
Per l’occasione sono stati presentati due recenti saggi che trattano tali aspetti: “Oltre l’incompiuto” e “Il Canto delle pietre”. Ovvero dal Risorgimento tradito al brigantaggio politico e alla presenza di personaggi come Maria Sofia, Vintila Horia, Ernesto Bonaiuti. Sia in “Oltre l’incompiuto” che in “Il canto delle pietre” ci sono scritti di Pierfranco Bruni, Tonino Filomena, Neria De Giovanni, Gerardo Picardo, Marilena Cavallo e Micol Bruni.
Il punto riguardante le eresie risorgimentali è stato trattato con scientificità da Tonino Filomena il quale ha affermato che è impensabile poter celebrare l’Unità d’Italia con gli Osanna dei vincitori che tali non sono stati soprattutto in un Sud che è ancora Regno di Napoli nonostante tutto e il fenomeno del brigantaggio è completamente da ristudiare e riscrivere perché la storia è scritta da coloro che vincono ma diventa vera se si ha il coraggio di ascoltare e dare senso alla voce e al destino di coloro che non condivisero, non accettarono, non si conformarono.
“Ogni epoca ha la sua ritualità e la sua ambiguità”, ha dichiarato Pierfranco Bruni. Proprio per questo non c’è una storia condivisa, non può esistere una storia condivisa e la interpretazione esoterica che ne diedero scrittori come Capuana ma anche come Guénon, come Dostoevskij va oltre lo storicismo crociano che ha prodotto incomprensioni inutile che ancora oggi campeggiano nei riti letterari. L’esempio, ha ricordato Bruni, ci viene dalla testimonianza degli Indiani d’America che non sono distanti da quella ritualità mediterranea che è dentro la visione di un Regno di Napoli barocco ed etnico. Il Regno di Napoli, ancora Bruni, visse la sua storia con l’alchimia della fatalità.
Un incontro ben riuscito e vissuto completamente sul filo dell’ironia tanto che sia Tonino Filomena che Pierfranco Bruni hanno annunciato l’uscita di un loro pamphlet dal titolo curioso: “Io sono una pecora”. Un quasi dialogo tra una pecora e uno sciamano su fatti, elementi, sorrisi, ironie dell’oggi per il domani.