La necessità di istituire un parco marino da Punta Prosciutto a Torre Ovo
Intorno alle 4 del mattino della scorsa notte la prima zampetta di una piccola tartaruga è sbucata fra la sabbia del nido di contrada Capoccia. Insieme a questo esemplare della razza Caretta Caretta (la più diffusa del Mediterraneo), altre tredici tartarughe sono venute fuori dalle uova e, in pochi minuti, hanno raggiunto, seguendo l’istinto, il mare.
Quasi un evento per gli abitanti della zona (sicuramente il più atteso dell’estate…), che sono rimasti, in trepida attesa, per diverse settimane, in attesa della schiusa delle uova. Alternandosi, con gli animalisti, nella vigilanza del nido, 24 ore su 24.
«Nonostante l’ora tarda, vi erano diverse centinaia di persone ad assistere a questo spettacolo della natura, sempre più raro» rimarca l’attivista manduriano del WWF, Francesco Di Lauro.
Dopo pochi minuti, altre tartarughe sono uscite dal nido per raggiungere il mare.
«Complessivamente ne abbiamo contate 22» prosegue Di Lauro. «Eravamo convinti che la schiusa si stesse avvicinando, in quanto, quando le tartarughe iniziano a rompere le uova, il nido tende ad assumere una forma di imbuto, con la base in alto, in quanto la sabbia scende giù. Abbiamo allertato una naturalista, la dott.ssa Micò, che ha seguito sin dall’inizio il nido della tartaruga di contrada Capoccia. E, la notte scorsa, la prima meravigliosa schiusa delle uova. Le uova erano di più di 22, benché l’originario nido fosse stato danneggiato e molte uova fossero state rese non più fertili. Crediamo, quindi, che durante queste notte ci possano essere altre schiuse».
Le uova di tartarughe sono bianche e grandi come palline da ping-pong. Il sesso dei piccoli è determinato dalla temperatura a cui sono incubate le uova. La schiusa avviene dopo 2 mesi.
«L’evento è una cosa estremamente positiva per la nostra costa» è il concetto rimarcato da un altro attivista del WWF, il tarantino Fabio Millarte. «Un evento straordinario come la schiusa delle uova di tartaruga dovrebbe sensibilizzare le istituzioni affinchè vengano rimossi i fenomeni di inquinamento marino, che fanno male non solo all’uomo ma anche all’ambiente e agli animali. Non solo. Bisogna ora battersi, con maggiore forza, per raggiungere alcuni importanti obiettivi: impedire lo scarico a mare con un depuratore con tecnologie obsolete (Tabella 1), in una delle zone più belle della nostra costa (nei pressi della Riserva Naturale), la trivellazione nel porto di Taranto. Al contrario, auspichiamo l’istituzione del Parco Marino nella zona compresa fra Punta Prosciutto e Torre Ovo».