Le bordate del PdL jonico alla Regione Puglia
«La sanità privata tarantina, da sempre la “cenerentola” della sanità privata pugliese, subisce oggi, per mano dei manager “baresi” che da anni controllano l’ASL Taranto, un nuovo e inaudito attacco tale da mettere in ginocchio le strutture sanitarie private che da sempre garantiscono assistenza sanitaria di qualità ai cittadini, con autentiche “eccellenze” specialistiche, affiancando, se non sostituendo, la sanità pubblica caratterizzata da tempi di attesa biblici.
Una sanità privata “virtuosa” nella gestione: 608 posti letto “privati”, infatti, ogni anno costano ai contribuenti circa 85 milioni di euro, mentre 640 posti nella sanità pubblica costano più di 160 milioni di euro.
Una sanità privata che assicura 600 posti di lavoro sul territorio che, grazie a questo proditorio taglio del 15,85% in un solo anno, ora non potranno più essere garantiti.
Grazie a una particolare “interpretazione” di provvedimenti della Regione Puglia, infatti, l’ASL Taranto ha deliberato una riduzione del budget per il 2011 a favore dell’attività di ricovero dell’Ospedalità privata che, nel solo giro di in un anno, è passato dall’impegno di spesa di € 86.500.000 deliberato dall’ASL Taranto per il 2010, all’impegno di remunerazione di € 72.787.964 deliberato per l’anno in corso 2011.
Con questi tagli in tutta la Puglia l’amministrazione regionale intendeva realizzare nel 2011 sulla sanità privata un risparmio di 15 milioni di euro: così l’ASL Taranto ne impone dodici solo alle cliniche private tarantine, in pratica l’80%. Solo questo dato avrebbe dovuto rappresentare un campanello d’allarme per amministratori e dirigenti della ASL Taranto, e invece nulla.
Nulla accade per caso, è la domanda non può che essere: qui prodest? Perché si vuole mettere in ginocchio la sanità privata tarantina e, soprattutto, chi ha interesse a farlo?
La risposta è fin troppo facile: il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il suo proconsole in terra jonica, l’assessore al Bilancio Michele Pelillo, che non a caso intervengono pesantemente su Taranto solo per sponsorizzare l’operazione San Raffaele del Mediterraneo.
Assenti su tutte le altre questioni, come porto o aeroporto, mitilicoltura, bonifiche e quanto altro, quando non proprio impegnati a penalizzarci finanziando la retroportualità barese o cercando di realizzare un aeroporto per le merci a Bari Palese; Vendola e Pelillo sono frequentemente intervenuti sulla sanità jonica per cercare in tutti i modi di realizzare il San Raffaele del Mediterraneo, nonostante i debiti senza fine del colosso milanese consiglierebbero di abbandonare l’impresa, e non sia chiaro come e dove la Regione Puglia possa recuperare gli oltre 200 milioni di euro per realizzarlo.
E per favorire il San Raffaele del Mediterraneo e creare le migliori condizioni per le sua affermazione, sempre che esca dal “cassetto di sogni”, da mesi Vendola e Pelillo stanno sistematicamente realizzando una chirurgica opera di distruzione della sanità jonica: prima ridimensionando o chiudendo ospedali pubblici in provincia, e ora, attraverso l’opera dei manager “baresi” dell’ASL Taranto, infliggendo un colpo mortale alle cliniche private. Il tutto, ovviamente, in attesa di chiudere il SS Annunziata ed il Moscati…
Ricordiamo che non più di un mese addietro in una conferenza stampa Niki Vendola affermò che, contro il San Raffaele del Mediterraneo, si muovevano sul nostro territorio lobby legate alla sanità privata jonica che vedeva con terrore l’arrivo a Taranto di una struttura sanitaria di eccellenza.
E ora assistiamo a questa attacco mortale alle cliniche private tarantine che, da oltre una settimana, hanno legittimamente lanciato il loro grido d’allarme, rimasto inascoltato da parte di Michele Pelillo che dovrebbe rappresentare in giunta, mai il condizionale è più che opportuno, gli interessi del nostro Territorio.
Noi del Popolo della Libertà faremo nostro il “grido d’allarme” e siamo pronti a difendere anche gli interessi della sanità privata tarantina in ogni sede. Auspichiamo nel buon senso della Giunta Regionale pugliese cui rivolgiamo un accorato appello onde evitare ulteriori scempi in provincia di Taranto.
In tal senso, laddove venga accertato che un errore così marchiano ci sia stato, chiediamo che Vendola e Pelillo rimuovano questi amministratori e dirigenti in modo da impedirgli di poter arrecare danno alla sanità jonica.
Il DIEF (Documento di Indirizzo Economico e Funzionale) della Regione Puglia e il Piano di Rientro, che hanno portato all’emanazione della L.R. 2/2011, per la Sanità prevedono che - per determinare per l’anno in corso 2011 l’impegno di spesa a favore dell’attività di ricovero dell’Ospedalità privata - si debba prendere in considerazione quanto già erogato nell’annualità 2009, determinato in base al fatturato di quell’anno delle strutture sanitarie private convenzionate, e poi ridurlo con un “taglio” del 5%. Ovvero non solo nessun aumento rispetto a quanto fatturato nel 2009, senza tenere in nessun conto l’aumento dei costi sopravvenuti, ma anche una riduzione del 5%.
Questo è il contributo richiesto agli operatori privati convenzionati pugliese affinché la Sanità regionale tutta “rientri” nei parametri imposti giustamente dal Governo alle folli spese sanitarie della Regione Puglia.
Per l’annualità 2009 il fatturato generato dalle strutture private accreditate all’ASL Taranto per i pazienti residenti nella Puglia - al netto di quelli provenienti da altre regioni - è stato di oltre € 84.500.000; questo non sulla base di calcoli “di parte” delle cliniche private, ma come è stato determinato dalla stessa ASL Taranto nell’Allegato 1 della Deliberazione n. 1149/2010 del Direttore Generale della medesima ASL. Peraltro questo dato è stato preso come riferimento nella suddetta Deliberazione per determinare preventivamente l’impegno di spesa per l’anno 2010 che, infatti, nel marzo del 2010 veniva fissato in 86.500.000, ovvero si considerava di dover concedere un aumento rispetto al fatturato dell’anno precedente per coprire l’aumento dei costi.
Dovendo stabilire per l’anno in corso 2011 il tetto di spesa per l’attività di ricovero della Ospedalità privata, applicando pedissequamente il provvedimento della Regione Puglia per il contenimento dei costi, l’ASL Taranto si sarebbe dovuta quindi limitare ad applicare sul fatturato 2009 (€ 84.500.000) una riduzione del 5% (€ 4.255.000): € 80.275.000, quindi, sarebbe dovuto essere l’impegno di spesa per il 2011.
Invece, sempre l’ASL Taranto (Deliberazione del Commissario Straordinario n. 928 del 25.03.2011), per individuare l’impegno di spesa per l’anno in corso 2011 ha preso in considerazione non il fatturato 2009, ma il “Fondo unico” di remunerazione 2009 che era di 76.618.910; questo, ridotto del 5%, determinava l’impegno di remunerazione per l’anno in corso 2011 in € 72.787.964.
Pertanto, invece di € 80.275.000, somma già decurtata del 5% previsto dalla Regione Puglia, le strutture convenzionate joniche nel 2011 avranno a disposizione soli € 72.787.964.
Tale differenza è ancora più evidente se si confronta l’impegno di spesa di € 86.500.000 deliberato dall’ASL Taranto per il 2010, con l’impegno di remunerazione di € 72.787.964 deliberato per l’anno in corso 2011.
Al di là degli artifizi amministrativi e lessicali, è evidente anche al profano che in un solo anno i ricoveri nella cliniche private joniche hanno subito un taglio del 15,85%, ovvero perderemo in un anno più di € 13.712.000 che non arriveranno sul nostro territorio».