Secondo Pro non è giusto assumere sempre gli stessi
«Quali criteri vengono seguiti per l’assunzione del personale stagionale della cantina cooperativa “Madonna delle Grazie” di Torricella?».
A porre il quesito è l’ex consigliere Paolo Pro, rappresentante dell’Udc per questo centro, primo dei non eletti nella scorsa competizione elettorale amministrativa.
«Quando a Torricella si parla di agricoltura, si parla della cantina “Madonna delle Grazie” è la premessa di Pro. «Come tutti sanno (o dovrebbero sapere), una società cooperativa è una società costituita per gestire in comune un’impresa che si prefigge lo scopo di fornire, innanzitutto agli stessi soci, quei beni o servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta. Dunque il fulcro di tale organizzazione è il socio e non, come spesso succede nel nostro paese, il consiglio di amministrazione formato da consiglieri e presidente».
Dopo la premessa, Pro va al cuore del problema.
«In periodi particolari, come quello della vendemmia, la cooperativa assume alcune persone (nella maggior parte dei casi, figli o parenti affini dei soci), scelte tra coloro che hanno avanzato regolare domanda di norma entro il mese di luglio» fa presente l’esponente dell’Udc. «Puntualmente, coloro che vengono chiamati, e quindi assunti, sono gli stessi degli anni precedenti e, spesso, parenti dei componenti solo direttivo (non tutti ma una buona percentuale).
A coloro che vengono esclusi, viene riferito che tale decisione è stata presa in quanto il direttivo ha la priorità di assumere “personale esperto” e quindi non alle “prime armi”.
Pertanto, se la gente non viene inserita nel mondo del lavoro (in questo caso la cantina cooperativa) non potrà mai diventare esperta.
Si potrebbe, invece, assumere una percentuale di nuove leve, che dovrebbe essere affiancata da coloro che hanno già svolto quel tipo di lavoro. In tal modo nel giro di pochi giorni saranno al loro stesso livello.
Bisogna superare questo metodo oligarchico, che mette a centro della cantina cooperativa il solo direttivo, mentre i tanti soci che costituiscono la stragrande maggioranza, e quindi spina dorsale della cooperativa stessa, vengono esclusi e utilizzati come semplici numeri. Con questo mio intervento, non voglio colpevolizzare in toto l’attuale direttivo, essendo tale modo di gestire già datato e ormai radicato all’interno del gruppo dei consiglieri.
La volontà dei cittadini è quella che venga adottato un metodo di rotazione tra coloro che presentano le domande, poiché tutti hanno lo stesso diritto di lavorare e di essere parte attiva della cantina cooperativa».