“Contributo di idee per il partito democratico ed il territorio jonico”
Le idee e i contributi riportati vogliono essere un incentivo alla discussione dei congressi di circolo di Taranto e provincia col fine di rendere il nostro congresso un momento di confronto e dibattito non esclusivamente rivolto a dispute sui candidati, le persone o le procedure burocratiche.
Ho inteso, precedentemente alla stesura di questa sintesi, realizzare un primo “tour” nei circoli del Pd per provare a ribaltare il classico metodo dei documenti politici congressuali spesso nati da letture ed analisi individuali delle questioni politiche e delle vicende territoriali.
La fase dell’ascolto è il tratto principale che è mancato in questo anno di vacatio di direzione politica, quindi, ho ritenuto utile offrire la priorità ai sentimenti, alle delusioni, alle preoccupazioni, alle tensioni ideali ed alle spinte dei militanti, rendendoli il cuore della mia proposta politica per avviare una nuova stagione.
LA CRISI DELLA POLITICA, LA FUNZIONE DEI PARTITI, LE RAGIONI DEL PD
La grave crisi della politica nel nostro paese impone una riflessione profonda alle forze politiche, sociali ed economiche.
I sentimenti di antipolitica e di delegittimazione delle istituzioni, devono essere percepiti dalle classi dirigenti del paese, con grande serietà e preoccupazione.
E’ fondamentale restituire alla Politica la funzione che la storia passata e recente del nostro paese le ha sempre attribuito.
In questo è prioritario interpretare i partiti come soggetto intermedio della società, capace di svolgere il ruolo di aggregazione civica e sociale e di direzione e governo dei processi.
Il Partito democratico nel 2007 è nato per consegnare all’Italia un nuovo grande soggetto riformista, progressista, in grado di aggregare i sentimenti e le culture democratiche del paese e di reggere e governare le importanti sfide del nuovo secolo.
Le ragioni del progetto sono vive ed ancor più cariche di significato.
Un grande nuovo soggetto riformista non può che fondare le sue radici nel mondo del lavoro, nella risoluzione dei conflitti sociali e delle sperequazioni, sull’uguaglianza fra i cittadini.
Un grande nuovo soggetto riformista non può che fondare le sue radici nel mondo del lavoro, nella risoluzione dei conflitti sociali e delle sperequazioni, sull’uguaglianza fra i cittadini.
Il Pd ad oggi però non riesce ad esprimere in particolar modo nel Mezzogiorno quella missione di innovazione e radicamento necessaria per il cambiamento.
E’ evidente che un grande progetto di rinascita democratica debba partire dal territorio e dalle periferie.
Realizzare questo significa costruire un Partito nuovo, aperto, radicato e organizzato.
UN PARTITO NUOVO, APERTO, RADICATO E ORGANIZZATO NEL TERRITORIO
L’esperienza e il tentativo di plasmare un partito su modelli esclusivamente lideristici, liquidi e leggeri non ha permesso la nascita reale del progetto politico che intendevamo realizzare nella fase costituente del Pd.
Oggi il Pd deve rappresentare il fulcro di un nuovo centrosinistra e di una nuova proposta politica per il paese e i territori.
In questo senso è fondamentale l’idea di strutturazione ed organizzazione con cui vogliamo ricostruire questo straordinario progetto politico.
E’ importante restituire le legittime prerogative alle iscritte e agli iscritti al nostro partito al fine di estendere la partecipazione alle discussioni ed alle decisioni, così come è utile rafforzare il nostro rapporto con i cittadini-elettori con strumenti di coinvolgimento come le primarie ed i referendum tematici.
A questo proposito, per le prossime elezioni amministrative del 2012, il PD deve lavorare ad un allargamento delle coalizioni di centrosinistra a partire dal progetto del Nuovo Ulivo avanzato da Pierluigi Bersani e puntando a coinvolgere tutti quei partiti e movimenti che fanno parte del governo della Provincia e della Regione.
A maggior ragione con l'ingresso di nuove forze, tutti coloro che fanno parte della coalizione devono avere la possibilità di esprimersi oltre che sui contenuti programmatici anche su chi debba essere il candidato sindaco.
Pertanto il PD, che ha come suo carattere costitutivo il ricorso allo strumento delle primarie, deve chiedere che le primarie si svolgano in presenza di più proposte di candidati a sindaco.
Le primarie sono il modo attraverso cui è possibile raggiungere l'unità della coalizione, oltre che il modo per favorire la partecipazione del popolo del centrosinistra, così come è avvenuto in tante città italiane nelle elezioni svoltesi a maggio.
I circoli sono la base della organizzazione del Pd. Ad essi va consegnato il ruolo di dibattito e di direzione politica nel territorio.
In questo è prioritaria la convocazione costante dell’Assemblea dei Segretari di circolo come luogo di confronto provinciale.
E’ opportuno, sulla scorta di un territorio provinciale così vasto ed eterogeneo, realizzare coordinamenti dei circoli nelle tre aree della provincia e concedere ad essi spazi di autonomia politica.
E’ indubbiamente necessario formalizzare le strutture organizzative ed gli organismi dirigenti rappresentando l’intero vasto territorio della provincia.
Gli eletti e gli amministratori locali sono il principale patrimonio da valorizzare e con il quale immaginare una nuova fase di elaborazione politica. E’ opportuno mettere a sistema tutte le energie, costruire una rete e rendere condivise le diverse eperienze amministrative in un Forum degli eletti e degli amministratori che possa diventare uno dei tasselli principali del governo del partito.
UNA NUOVA GENERAZIONE A SERVIZIO DEL PD E DELLA COMUNITA’
Nel dibattito pubblico italiano emerge con grande nettezza il tema del rinnovamento della classe politica e nei partiti.
Sarebbe riduttivo, declinare, la vicenda esclusivamente sulle rappresentanze istituzionali e sui partiti politici.
L’economia, la finanza, l’impresa, il mondo accademico oltre che la politica oggi in Italia hanno nelle rappresentanze apicali una media anagrafica altissima, di gran lunga superiore al resto d’Europa e dei paesi emergenti nel mondo.
E’ quindi compito della politica, e del Partito democratico, provare a sminare questa logica ed avviare scelte di innovazione e rottura col passato.
In questi anni nei movimenti studenteschi, nell’associazionismo diffuso, nelle università, nelle organizzazioni politiche, una nuova generazione ha iniziato a misurarsi con la sfida del cambiamento.
Il Partito democratico dalla fase costituente ad oggi ha avviato un processo di rinnovamento della propria classe dirigente che deve allargarsi e proseguire in tutti i territori, in particolar modo nel Mezzogiorno del paese dove è utile più che altrove costruire un offerta politica nuova.
Il rinnovamento però non può declinarsi esclusivamente sul piano anagrafico ma deve interpterarsi sul piano di nuovi modelli del far politica e su una rinnovata etica pubblica.
E’ naturale che un tale processo non si deve limitare nelle figure apicali di direzione politica ma per assumere un senso pieno ha bisogno di essere allargato agli organismi elettivi e dirigenti.
TARANTO E LA SUA PROVINCIA: LE PROSPETTIVE
Le crisi economiche e sociali di questi anni stanno costantemente indebolendo il nostro paese, il Mezzogiorno ed il nostro territorio.
Alla grave crisi provocata dal malgoverno del quindicennio Cito-Di Bello conclusasi col dissesto finanziario del Comune di Taranto si sono accompagnati, negli ultimi anni, gli effetti di una crisi globale che chiaramente ha prodotto gravi danni all’economia locale e rischia di aggravarsi sempre più con esiti devastanti per l’intero territorio jonico.
Le crisi di aziende storiche locali e del modello di sviluppo conosciuto fin qui, con le conseguenti emergenze occupazionali impongono alla sinistra jonica una riflessione sullo stato del tessuto produttivo locale e le proposte da offrire.
La vocazione industriale del territorio jonico è un patrimonio da ottimizzare e riformulare nel segno di nuove politche ecosostenibili per uscire dalla visione manichea “occupazione,sviluppo-salute”. E’ utile immaginare la politica industriale del nostro territorio in un ragionamento più ampio di respiro nazionale ed europeo.
Il trinomio acciaio, petrolio, cemento può e deve essere interpretato come uno, ma non unico, asset del modello di sviluppo dei prossimi anni.
L’investimento nella green economy, come da notizia di questi giorni, può rappresentare un altro filone da sviluppare in una logica di una nuova fase.
Strategica e imprescindibile è la vicenda del Porto di Taranto che oggi soffre di sconvoglimenti che se non affrontati presto rischierebbero di condurre ad una crisi irreversibile con effetti pericolosi per lo sviluppo dei prossimi decenni.
Le grandi trasformazioni che si sviluppano in questi mesi nel Mediterraneo ci chiedono di assolvere ad un progetto vero di riammodernamento e riqualificazione capace di rendere in un quadro globale complesso, appetibile e competitivo il nostro porto.
Da ciò emerge l’impellenza, come già avviato da Regione Puglia e Provincia di Taranto, di produrre investimenti significativi sulle reti infrastrutturali ancora troppo carenti per reggere le sfide di modernità delle quali parliamo.
Anche la piccola e media impresa sente il bisogno di ripensare le prospettive. Il vicino Salento ci insegna come l’ “industria” agroalimentare, del mare, del turismo e del divertimento possa diventare fonte di sviluppo e ricchezza se connesso col profilo del proprio territorio.
E’ evidente come però sulla crescita di nuove imprese pesino fortemente le politiche nazionali e regionali di accesso al credito.
La sanità pugliese e tarantina oggi risente di politiche dissennate che hanno prodotto negli anni precedenti ai governi del centrosinistra, deficit finanziari significativi.
Oggi il grande progetto dell’Ospedale San Raffaele rappresenta una grande opportunità di offerta sanitaria per il territorio e l’intero Mezzogiorno.
E’ evidente che questo progetto potrà rappresentare un valore aggiunto solo se inserito in un quadro di ridisegnazione e miglioramento del sistema sanitario pubblico.
APPELLO AL POPOLO DEMOCRATICO
Il Partito democratico di Taranto nell’ultimo anno ha vissuto una fase di grave stallo e lacerazione.
Su questo pesano responsabilità diffuse che hanno rischiato di distruggere un patrimonio di donne, uomini, ragazze e ragazzi che credono nel grande progetto politico di cui abbiamo scritto sin ora.
Il correntismo quando si esaspera e si sostituisce al senso comune dello stare insieme rappresenta l’anticamera della fine di un progetto.
Ora è il tempo della responsabilità e dell’unità.
Ora è il tempo della responsabilità e dell’unità.
Celebrare un congresso significa mettere a nudo le contraddizioni, le differenze per costruire una proposta politica solida e condivisa.
E’ giunto il momento di tornare alla politica.
E’ giunto il momento di tornare alla politica.
Francesco PARISI