Ma il Galatina si allontana…
Il Manduria conserva l’imbattibilità stagionale anche a Otranto, campo ostico di una formazione ricca di elementi di primo livello per questo campionato (da Pighin a Salzano, da Galante a Marrocco), ma in terra leccese si interrompe l’imbattibilità del portiere Negro, che si è fermata a 473 minuti.
E’ agrodolce il sapore del pareggio conquistato dal team biancoverde a Otranto. Consente di mantenere alle spalle la compagine leccese, ma non permette al Manduria di contenere il distacco dalle prime della classe: -6 dalla “lepre” Galatina e – 2 da Martano e Gallipoli.
Gara ad handicap sin dall’avvio: al 23’, infatti, i leccesi sono passati in vantaggio, costringendo Massimo Negro a raccogliere, per la prima volta in questo campionato, la palla dal fondo del sacco. La reazione è stata veemente e dopo appena 5 minuti Cocciolo ha ristabilito il risultato di parità, sfruttando un assist di Malagnino.
In avvio di ripresa, però, una incredibile leggerezza sarebbe potuta costare molto cara al Manduria: l’arbitro concede un calcio di punizione ai leccesi e, mentre i biancoverdi sono intenti a rivolgere le proprie rimostranze verso il direttore di gara, l’Otranto batte il calcio di punizione, servendo Pighin, il quale ha tutto il tempo di entrare in area e di superare Negro, proteso in uscita. Un errore che una squadra esperta come quella manduriana non dovrebbe mai commettere.
Il Manduria ha però la forza di catapultarsi nuovamente in avanti e di raggiungere ancora il pareggio, grazie ad un’altra incursione di Malagnino in area di rigore: la difesa avversaria lo stende e l’arbitro concede il penalty, che Cocciolo trasforma.
Manduria che avrebbe potuto vincere con un pizzico di maggior fortuna: palo di Lanzo e, proprio allo scadere, doppia occasione per Malagnino e De Florio.