Tre assenze nella maggioranza e il contemporaneo abbandono della minoranza fa venire meno il numero legale
Tre assenze nelle file della maggioranza (quella dei consiglieri Salvatore Dinoi, che è stato giustificato dal presidente del Consiglio Comunale Vico, Gregory Duggento e Pasquale Doria) sono fatali per lo svolgimento della seduta di questa sera. L’abbandono dell’aula di tutta la minoranza (compresi i consiglieri di centrosinistra: Gregorio Perrucci dei Verdi, Vincenzo Dimitri dei Popolari-Udeur e Arcangelo Durante dell'Italia dei Valori) e, per protesta, del consigliere del Pd Piero Raimondo, ha fatto venire meno il numero legale e, pertanto, dopo pochi minuti, la seduta è stata sciolta.
Pochi minuti, però, che sono stati sufficienti per innescare, fra maggioranza e minoranza (ma non solo) aspre polemiche. Motivo del contendere la legittimità della presenza in aula del consigliere Luca Buccolieri (che vediamo nella foto), il quale, a partire dalla seduta di ieri, avrebbe dovuto surrogare Stefania Epifani, che ha dovuto rinunciare alla carica elettiva a seguito della sua nomina in giunta.
«In quest'aula si sta verificando una grave anomalia» ha affermato Pietro Briganti a nome della minoranza. «Il consigliere subentrante può sedere in aula solo quando il Consiglio ha votato la convalida della surroga. E’ pur vero che in quest’aula abbiamo assistito a interpretazioni folcloristiche dei regolamenti, ma voglio proprio vedere come e con quanti numeri approverete la surroga di Stefania Epifani. Usi e costumi validi in tutta Italia imporrebbero a Luca Buccoliero di non entrare in aula prima della convalida dell'elezione».
Chiaro il disegno politico della minoranza: poiché la maggioranza dispone solo di 16 voti, se Luca Buccoliero non è presente in aula al momento della sua convalida, non avrebbe il numero legale per farlo (ovvero la metà più uno).
A Briganti ha replicato Gianni Vico.
«Luca Buccoliero è già consigliere e ha quindi diritto di sedere nel Consiglio Comunale» ha risposto Vico, mentre la minoranza abbandonava l’aula. «Altrimenti come si spiegherebbe che, quando si insedia il Consiglio dopo le elezioni, sono gli stessi consiglieri a convalidare l’avvenuta elezione di se stessi?».
Anche il segretario generale, il dott. Spagnulo, ha confermato la versione del presidente del Consiglio.
«E’ questa l’interpretazione giusta» ha sostenuto il dott. Spagnulo. «Esiste un parere, a tal proposito, del Ministero dell’Interno e, poi, vi è anche una sentenza del Consiglio di Stato».
Prima dello scioglimento è intervenuto il consigliere Della Rocca, che ha stigmatizzato il comportamento della minoranza, e si è poi accesa una polemica fra il consigliere del Pd, Piero Raimondo, che intendeva intervenire per una pregiudiziale, e il presidente del Consiglio, Gianni Vico, che invece non gli ha dato la parola perché in aula non c’era più il numero legale.