Si inizia a vedere la “mano” di Passariello. Ma per il bel gioco forse bisogna attendere i rientri di Malagnino, Peluso e Marchi
Il Manduria concede il bis. Dopo aver violato il rettangolo di gioco di Leporano in Coppa Italia, domenica scorsa la squadra biancoverde si è imposta, con lo stesso risultato (2-0) anche in campionato.
Tre punti importantissimi per il team messapico, che costituiscono anche un ottimo viatico per il nuovo allenatore Peppe Passariello, già calciatore del Manduria e, ora, per la prima volta tecnico. Assenze di grande rilievo (gli squalificati Malagnino e Peluso e gli infortunati Marchi e Ancora), nonché elementi sulla via della guarigione (e, quindi, a mezzo servizio, come il centrale difensivo De Florio) hanno impedito al Manduria di esprimersi come può e come saprebbe. Ma questo successo è la conferma della solidità del pacchetto difensivo (appena due gol al passivo dopo sette turni), che vede come protagonista l’insuperabile estremo difensore Massimo Negro e, poi, la vocazione cinica di questa formazione, che ha 14 punti in classifica con appena 11 gol all’attivo (di cui 5 realizzati in una sola partita, quella contro il Maruggio).
La “mano” di Passariello si è subito notata. Il nuovo tecnico ha cambiato modulo. Davanti al portiere Negro, ha schierato una difesa a quattro composta da Blè, Ferrara (poi rilevato da De Florio a causa di un infortunio), il sempre più bravo Serio e Coccioli. Davanti alla difesa hanno agito Cocciolo (autore della doppietta) e Calò. Invece, alle spalle dell’unica punta Scala, Passariello ha sistemato, per il suo 4-2-3-1, da destra verso sinistra, Paticchio, Destradis e Mele. Tre, dunque, gli juniores in campo.
Grazie alla sconfitta del Gallipoli e ai pareggi di Galatina e Leverano, il Manduria si è riavvicinato alla zona play off. Ora, però, bisogna dare continuità al successo di Leporano. Domenica rientrano Malagnino, Peluso e Marchi e, pertanto, il successo sui cugini del Fragagnano diventa imperativo.