Gli amanti «traditi» nell’auto-alcova dal telefonino difettoso
Galeotta fu la torta. Quel dolce fatto con tanto trasporto era diventato il simbolo di una rovente passione. Un sentimento che stava per esplodere, manifestato nella maniera più esplicita possibile: quale simbolo migliore se non quello di una fiera virilità?
Ed era proprio quella la forma del dolce che un intraprendente pasticcere aveva regalato ad una giovane maestra di scuola elementare, della quale si era invaghito. Un gesto audace, che col senno di poi si è rivelato una mossa vincente. La donna, infatti, ha poi ceduto al peccato di gola, e non solo a quello. E' questo uno dei più «succulenti» retroscena boccacceschi emersi nel corso di un processo che si sta svolgendo davanti al giudice di pace Franco Giustizieri, dove si trova come imputato il marito della maestra. L'accusa è quella di lesioni colpose, per aver picchiato in un supermercato l'ex amante della moglie. E cioè, il pasticcere.
Ma facciamo un passo indietro. Siamo nel 2005, e tutto accade in un paese del nord Salento. Lei, sulla quarantina, insegna ai bambini della scuola elementare del suo paese. Lui, di qualche anno più grande, delizia la sua clientela con le leccornie più irresistibili. Ed ecco che fra un pasticciotto ed una mousse al cioccolato, fra i due inizia a crearsi una certa simpatia: sguardi, ammiccamenti, sorrisi complici. Dopo un periodo di sottile corteggiamento, il pasticcere tenta il tutto per tutto: decide di scoprire le carte. E per raggiungere il suo scopo, fa ricorso a tutta la sua arte. Crema, cioccolato, panna e guarnizioni: non tralascia niente. Ed eccola la torta per la sua amata, dalla forma inequivocabile, che seduce cuore e palato. Una mossa azzardata, certo, ma che probabilmente non avrebbe tentato se non fosse stato sicuro che le sue avances avrebbero fatto breccia. Ed è così che inizia la liason tra i due. Incontri appassionati, fugaci, che vedono come teatro proprio la pasticceria. Una relazione clandestina, insomma, visto che la bella maestrina ha la fede al dito. Tutto va avanti per poco meno di un anno, fino a quando, cioè, gli amanti non commettono un irrimediabile errore. Un giorno, all'uscita da scuola, la maestra telefona al marito dicendogli che sarebbe rientrata un'ora dopo a causa di un'attività di recupero con gli allievi. In realtà, accanto a lei in macchina c'è già il pasticciere. Il destino, però, a volte gioca brutti scherzi. Così come i telefoni, specialmente quando per difetti tecnici le conversazioni che sembrano concluse in realtà non lo sono. Ed ecco che fra una risata, e forse anche qualche sospiro, l'adulterio viene a galla. Inevitabile, a quel punto, un durissimo confronto fra marito e moglie: dopo ore e ore di discussione, lui le concede un'altra possibilità, solo a patto che la tresca con il pasticcere finisca immediatamente. E così accade.
Qualche tempo dopo, però, i protagonisti del triangolo amoroso si ritrovano in un centro commerciale: da una parte marito e moglie che spingono il carrello, dall'altra il pasticcere. E sembra proprio che lui abbia rivolto un ammiccamento alla sua ex amante, forse in ricordo dei tempi andati. Lui, invece, sostiene di averle fatto un semplice cenno di saluto con la testa. In ogni caso, tanto basta perchè i due uomini arrivino alle mani. Una scena che non passa inosservata agli occhi dei tanti clienti e della sicurezza, che subito dividono i contendenti ed allertano il 118.
Di questo ora si parla a processo. E la prossima settimana il giudice Giustizieri dovrà decidere se il marito della donna sia effettivamente responsabile del reato contestato o se la sua sola «colpa» sia stata quella di avere una moglie fedifraga. Pardon, golosa.