L’intervento di Antonio Lanzo, Luigi Conte ed Emanuele Micelli
«Oltre al danno, ovvero il ritardo con il quale avrà via il servizio della mensa scolastica, anche la beffa, ovvero l’aumento delle tariffe. Inoltre vi è la mancata programmazione per garantire economicamente la quota del Comune».
Tre consiglieri della minoranza (Antonio Lanzo, Luigi Conte ed Emanuele Micelli) stigmatizzano i provvedimenti dell’Amministrazione di Avetrana in tema di mensa scolastica.
«Il sindaco a fine settembre assicurava in Consiglio Comunale, a seguito di una nostra interrogazione, che da li a pochi giorni sarebbe partita la mensa. Ma i pochi giorni si sono trasformati in quasi due mesi» sostengono i tre consiglieri comunali. «Le novità più interessanti solo però quelle che riguardano le tariffe a carico delle famiglie. Lo scorso anno, per 22 buoni pasto, si pagavano 30 euro per la scuola dell’infanzia e 45 euro per la scuola primaria. Quest’anno queste tariffe sono rimaste invariate solo per coloro i quali hanno un reddito ISEE inferiore a 5.000 euro, ovvero una ristrettissima parte di famiglie. Per le restanti famiglie la sorpresa della mensa è l’aumento consistente che va dal 32% sino ad arrivare al 100% (fasce da 40 a 60 euro) per la scuola dell’infanzia, e dal 12% al 33% (fasce da 50 a 60 euro) per la scuola primaria. Come si può notare l’aumento riguarda maggiormente la scuola dell’infanzia che racchiude ben l’80% dei bambini che usufruiscono della mensa. In un momento di grave crisi economica e finanziaria, i nostri amministratori hanno pensato bene di aumentare le tariffe a carico delle famiglie aggravando ancora la situazione già abbastanza delicate delle stesse».
Poi c’è l’aspetto tecnico del provvedimento.
«Le tariffe sono state deliberate dalla Giunta e non dal Consiglio Comunale come previsto dalla legge. Il Responsabile di Ragioneria, poi, vincola il proprio parere favorevole alla condizione che “l’Amministrazione chiarisca e dia indicazioni con quali nuove entrate o minori spese è possibile dare copertura alla spesa da impegnare, sia nel Bilancio in corso che in quello pluriennale, al fine di garantire il servizio” .
Infatti alla data odierna non vi è una determina che regolarizzi contabilmente il tutto e che impegni la restante parte economica del Comune per i 271 iscritti alla mensa scolastica. Parliamo di circa 20.000 euro sino a fine 2011 e di circa 100.000 euro sino a maggio del 2012.
Come al solito i nostri amministratori, con i conti e con chi li controlla (la Corte) non vanno d’accordo, non garantiscono la certezza di disporre i fondi necessari per il servizio».