Il consigliere regionale del PdL: «I fondi devono rimanere a Taranto per essere investiti per il rilancio della Sanità jonica»
«La “Commedia San Raffaele” è giunta al suo atto finale, con una repentina e opportunistica “retromarcia” di tutti i protagonisti che, per mesi e mesi, avevano ignorato i moniti degli organi di controllo della Regione Puglia.
Ha cominciato il lìder màximo delle Puglie, Niki Vendola, e oggi è stato il turno dell’unico assessore regionale tarantino, Michele Pelillo, che ha tenuto, presso la sede provinciale del PD, una conferenza stampa per parlare del nuovo Ospedale, del progetto ENI Tempa Rossa e della sua candidatura a sindaco.
Stigmatizzo in primis la scelta della location: Michele Pelillo dovrebbe sapere che, quando parla da Assessore Regionale, dovrebbe farlo presso una delle tante sedi della Regione Puglia a Taranto, non confondendo il ruolo politico con quello amministrativo.
Preferisco tralasciare il timido tentativo di “prendere le distanze” dal voto favorevole della Giunta Regionale a favore dell’ENI: quando si è contrari al deliberato di una Assise, si vota contro invece di allontanarsi; penso, invece, che sia il caso di affrontare finalmente in modo serio il futuro dei fondi destinati alla Sanità tarantina. Tale fondi, infatti, devono rimanere a Taranto per essere investiti per il rilancio della Sanità jonica che, come tutto il Territorio tarantino, negli ultimi anni è stata penalizzata: penso alla sanità privata, all’aeroporto di Grottaglie, ai collegamenti ferroviari, alle problematiche ambientali del quartiere Tamburi e del Mar Piccolo, alla retroportualità etc.etc…
Continuo ad essere contrario all’ipotesi di costruire un nuovo ospedale a Taranto chiudendo i due esistenti, SS Annunziata e Moscati, e riducendo quelli della provincia; così facendo, nel nuovo ospedale non si farebbe “eccellenza”, ma si continuerebbe a fare quello che già fanno oggi – più che egregiamente – i nostri medici ed il personale sanitario che continuerebbero la loro opera nel nuovo ospedale assolutamente ingolfati ed in affanno, in virtù delle numerose “chiusure”.
Si dovrebbe, invece, “allargare” la piastra dell’ospedale Nord “San Giuseppe Moscati”, andando a costruire nuovi padiglioni in cui realizzare quei reparti che attualmente mancano per completare il polo oncologico già esistente, ovvero: la chirurgia toracica, la chirurgia plastica e la pneumologia. Si potrebbe, inoltre, stipulare una convenzione con una struttura di vera eccellenza nazionale affinché i nostri medici possano essere opportunamente affiancati e formati, sia direttamente qui a Taranto che presso altre strutture. Con i fondi rimanenti si potrebbe riqualificare il SS Annunziata e gli altri nosocomi in provincia, così evitando la chiusura degli stessi.
Questo potrebbe essere un programma realistico ed in linea con l’effettiva disponibilità di fondi regionali; inoltre, porterebbe rapidamente alla creazione di un polo di eccellenza oncologico, non tra cinque anni per intenderci, e alla ridistribuzione dell’offerta sanitaria su tutto il Territorio provinciale. Un progetto che, pur prevedendo la collaborazione con una struttura di eccellenza, dovrebbe essere gestito dalle normali strutture dell’Assessorato regionale alla Sanità e della ASL Taranto. Soprattutto, sarebbe un progetto che riporterebbe nelle idonee “stanze” – appunto quelle della Regione Puglia e dell’ASL Taranto – le decisioni riguardanti la sanità jonica, e non più nelle sedi di partito, quelle stesse stanze in cui si decidono le candidature a Sindaco …
Illuminante la recente dichiarazione dell’Assessore Regionale alla Sanità Tommaso Fiore che, in merito alla possibilità di rivedere l’accordo con il San Raffaele per percorrere altre strade, ha affermato: “occorrerebbero molti mesi per riprendere daccapo. So anche che poi tutto si impantana nella politica. E a Taranto si vota”.
Che voleva dire Tommaso Fiore?
Ce lo spieghi, e ce lo spieghi in Consiglio Regionale!»
Arnaldo Sala
Consigliere regionale PdL