giovedì 28 novembre 2024


22/01/2012 12:12:20 - Provincia di Taranto - Cultura

Protagonista la compagnia Teatro del Canguro di Ancona

 
Ritrovare il bandolo della matassa. Per la rassegna “La scena dei ragazzi”, stagione di matinée teatrali riservati agli alunni delle scuole dell’obbligo del comune capoluogo, promossa da Provincia e Comune di Taranto e Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con il Crest, lunedì 23 e martedì 24 gennaio 2012, alle ore 10.30, al teatro TaTÀ di Taranto, in scena “Storie appese a un filo”. di Nicoletta Briganti, Renato Patarca, Lino Terra, Natascia Zanni, regia Lino Terra, con Marco Marconi, Rebecca Murgi, Lorella Rinaldi, musiche Luca Losacco, produzione Teatro del Canguro.
Storie appese al filo come i panni stesi al sole ad asciugare … parole che si rincorrono come una matassa che si distende e che pian piano ritrova la sua lineare conclusione, frasi sospese che possono anche andare contro senso. Lo spettacolo cerca di coinvolgere i bambini attraverso un linguaggio surreale e divertente che ricorda quello usato per gioco dai più piccoli, dove la parola può assumere un senso diverso, esasperato e/o distorto e/o assurdo. La storia prende forma grazie ad alcuni meccanismi tipici delle filastrocche e dei racconti per l’infanzia come l’associazione di idee, di immagini e di rime più o meno logiche.
Alla fine, così come si dipanerà la matassa, anche il racconto giungerà ad una sua ragionevole conclusione.
 
Teatro del Canguro (Ancona)
STORIE APPESE AD UN FILO
di Nicoletta Briganti, Renato Patarca, Lino Terra, Natascia Zanni
regia Lino Terra
conMarco Marconi, Rebecca Murgi, Lorella Rinaldi
musiche Luca Losacco
C’era una volta una corda, una povera corda che, per troppa fretta o per troppa distrazione, si era irrimediabilmente confusa, arruffata, attorcigliata, imbrogliata, ingarbugliata, avvolta su se stessa, appallottolata.
Questo può capitare spesso e non solo alle corde: può succedere a tutti di cadere in una grande confusione così come si piomba giù da un precipizio per accorgesi poi di quanto sia difficile risalire. Quando questo succede non è facile ritrovare il “bandolo della matassa”, sarebbe a dire che, ad esempio, per la nostra corda attorcigliata non è facile riconoscere il suo capo e la sua coda. Occorre dipanare bene ogni intreccio ed assecondare ogni più piccola curva se si vuole arrivare… alla fine della storia. E’ necessario “tirare tutti i fili” affinché si possano comprendere fino in fondo le vicende che accompagnano i tanti intrichi e i tanti misteriosi grovigli. La corda pian piano prova a srotolarsi e, come un serpente avvinghiato su di un ramo, cerca la strada più giusta verso l’alto o verso il basso o verso la parte che sembra più idonea per procedere spedita “incontro al suo destino”. L’assistono due attori-animatori che, a seconda delle forme che la corda assume nel suo percorso, e a seconda di ciò che s’incontra lungo il cammino, troveranno lo spunto per raccontare altri personaggi, altri luoghi e situazioni, altre piccole storie.
Storie appese al filo come i panni stesi al sole ad asciugare… parole che si rincorrono come una matassa che si distende e che pian piano ritrova la sua lineare conclusione, frasi sospese che possono anche andare contro senso.
Lo spettacolo cerca di coinvolgere i bambini attraverso un linguaggio surreale e divertente che ricorda quello usato per gioco dai più piccoli, dove la parola può assumere un senso diverso, esasperato e/o distorto e/o assurdo. La storia prende forma grazie ad alcuni meccanismi tipici delle filastrocche e dei racconti per l’infanzia come l’associazione di idee, di immagini e di rime più o meno logiche. Alla fine, così come si dipanerà la matassa, anche il racconto giungerà ad una sua ragionevole conclusione.
età consigliata: dai 4 ai 10 anni










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