Il consigliere regionale: «I 60 milioni risparmiati dopo il fallimento del progetto San Raffaele siano utilizzati per completare l’offerta oncologica del Moscati e “dare nuovo ossigeno” agli altri nosocomi della provincia recentemente penalizzati, come quello di Manduria»
«Le potenti lobby baresi, capaci di alleanze trasversali per sviluppare il loro territorio a danno degli altri, vogliono perpetrare ai nostri danni l’ennesimo scippo.
Dopo aver affossato con l’assessore Minervini le legittime aspirazioni dell’aeroporto di Grottaglie, sia cargo che passeggeri, e dopo aver fatto finanziare con il bilancio della Regione Puglia un “retroporto” barese direttamente concorrenziale a quello tarantino, ora hanno deciso di dare il colpo di grazia alla nostra già vessata sanità.
Una sanità – pubblica e privata – che è stata la più penalizzata dalla Giunta Vendola, soprattutto nell’ultimo periodo quando, sul Territorio della nostra provincia, i “tagli” hanno falcidiato ospedali, posti letto e fondi per le cliniche private; tagli, soprattutto quelli operati a danno della sanità pubblica, che secondo alcuni sarebbero stati “compensati” dalla costruzione nuovo ospedale.
Ora, dopo il fallimento del progetto San Raffaele del Mediterraneo, si sono resi disponibili i sessanta milioni di euro destinati inizialmente dalla Regione Puglia alla costruzione del nuovo ospedale. Come da tutti auspicato, in primis dal sottoscritto, e come logica vorrebbe, questi fondi dovrebbero continuare a essere destinati a favore della sanità jonica. Alcuni vorrebbero impiegarli per costruire un nuovo ospedale a Taranto, altri, come il sottoscritto, per completare l’offerta oncologica del Moscati e “dare nuovo ossigeno” agli altri nosocomi della provincia recentemente penalizzati, come quello di Manduria.
Ma dove finisce la logica, inizia la bramosia dei baresi che, senza alcun ritegno, intendono levarci anche questi fondi. Alcuni esponenti politici baresi hanno annunciato di voler chiedere al nuovo Assessore regionale alla Sanità, Ettore Attollini, che i sessanta milioni – detti il “tesoretto” – siano destinati per risolvere gli annosi problemi di personale e di infrastrutture di alcune strutture della sanità pugliese.
Ecco gli ospedali citati: l’oncologico di Bari, il “Di Venere” di Carbonara, il costruendo ospedale dell’Alta Murgia e quello di Andria-BAT. Nessuno di Taranto, Lecce o Brindisi: se per Ignazio Silone Cristo si è fermato a Eboli, per altri evidentemente si è fermato sulla tangenziale di Bari!
È palese l’intento della potente lobby barese di approfittare dei problemi avuti dal progetto San Raffaele del Mediterraneo, e magari del momento di debolezza politica tarantina, per cercare di “scipparci” i sessanta milioni.
Questo non deve accadere!
Invito pertanto i miei colleghi consiglieri regionali tarantini e tutte le istituzioni locali, a erigere politicamente le barricate per evitare l’ennesimo sopruso ai danno dei nostri cittadini e della nostra sanità, e mi rendo fin d’ora disponibile ad appoggiare qualsiasi iniziativa tesa a fermare questo subdolo tentativo.
Noi tarantini dobbiamo imparare dai baresi a fare quadrato, anche con lobby trasversali, per difendere il nostro territorio».
Arnaldo Sala
Consigliere regionale PdL