Ecco la posizione congiunta assunta dopo il summit
L’Amministrazione Comunale (rappresentata dal consigliere Baldari e dai capigruppo), i partiti politici (Pd, PdL, Sel, Rifondazione Comunista, Fli e Nuovo Psi) e il comitato “SI al depuratore lontano dall’Urmo NO Scarico a Mare” ribadiscono la netta posizione di contrarietà sia allo scarico a mare, sia all’ubicazione del depuratore consortile di Manduria e Sava. Come alternative, si indicano l’area di masseria Bagnolo del Comune di Manduria per l’ubicazione e lo scarico in falda dell’acqua sanificata.
«Si ritiene la localizzazione inidonea perché troppo vicina all’unico centro di espansione turistica avetranese, centro abitato comunque anche nei mesi invernali» si legge in una nota congiunta. «La posizione, peraltro, è frutto di una scelta meramente politica miope. Infatti il depuratore non è stato progettato vicino ai centri interessati (Sava e Manduria) e prevedendo così una condotta di ben 17 km, che per 365 giorni all’anno trasporterà liquami allo stato puro, risultando così un rischio ecologico per l’intero territorio. I terreni, inoltre, su cui realizzare il depuratore sono di proprietà di privati per cui saranno oggetto di esproprio, mentre il Comune di Manduria è proprietario di circa 80 ettari in località Bagnolo e una maggiore quantità di terreno in zona Masseria della Marina: certo la valutazione economica non è stata alla base della scelta della localizzazione del depuratore!
Si ritiene, inoltre, che la soluzione prevista per il recapito finale (lo scarico a mare) non è accettabile. Il depuratore è oggi ancora in Tabella 2. L’Assessore Amati ha, anche di recente, garantito il passaggio non solo in Tabella 4 ma addirittura un affinamento più avanzato e cioè la sanificazione, per il riutilizzo dell’acqua in agricoltura. Rappresenta, quindi, un enorme spreco riversare a mare circa 10.000 tonnellate di acqua sanificata al giorno. Si propone che la soluzione sia l’immissione in falda dell’acqua. Ad oggi questa soluzione non è praticabile perché esiste una legge nazionale che lo impedisce; la Regione Puglia ha già chiesto una deroga che permetterebbe di risolvere il problema della progressiva scomparsa dell’acqua dolce nella falda e la presenza sempre maggiore di acqua salata.
L’impegno di tutti i presenti all’incontro è appoggiare la richiesta di deroga della Regione Puglia per l’immissione di acqua sanificata in falda da parte di tutte le forze politiche».