lunedì 23 dicembre 2024


19/04/2009 12:18:51 - Manduria - Cultura

Il vescovo Castoro: «La solidarietà e la carità verso gli orfani dell’Eritrea sono una carezza di Dio sul volto dei quei bambini»

 
 
«La solidarietà e la carità verso gli orfani dell’Eritrea sono una carezza di Dio sul volto dei quei bambini».
Così il vescovo di Oria, mons. Michele Castoro, ha auspicato la prosecuzione di un progetto di sostegno alle popolazioni dell’Eritrea. Un progetto il cui seme è germogliato a Manduria nel 1996, grazie all’iniziativa delle suore figlie di Sant’Anna e ad un comitato, poi trasformatosi in associazione, che, da allora, è riuscito a coinvolgere diversi altri comuni della zona (anche dal brindisino), il presidente pro-tempore della Regione Puglia, Raffaele Fitto, e diversi istituti privati (fra questi la Banca di Credito Cooperativo di Avetrana, che è stata sin dall’inizio accanto all’associazione).
«Da allora sono stati raccolti ben 20.000 euro, utilizzati per acquistare macchine e strumenti per la emancipazione delle donne dell’Eritrea» ha ricordato, l’altro ieri sera, il collega Francesco Persiani moderando la serata di solidarietà “Aiutiamo l’Africa a far sbocciare i suoi fiori”, introdotta dalla dott.ssa Gabriella Andrisano, rappresentante dell’associazione pro-bimbi “Giovanni Paolo II” di Manduria. «Ora c’è un progetto che attende di essere realizzato: la costruzione di un orfanotrofio».
Servono, quindi, altri soldi per offrire una accoglienza a centinaia di bambini di un Paese, l’Eritrea, che negli anni ’60 vantava il secondo miglior reddito pro capite dell’Africa (dopo quello del Sud Africa) e che poi è stato sconvolto dalla guerra.
E così il “padrone di casa”, padre Antonio Curto (provinciale dei Passionisti di Puglia, Calabria e Basilicata), ha parlato dei propri progetti in Mozambico e Vietnam per «aiutare coloro che non hanno voce», mentre suor Lettemeheret Tesfaj (madre provinciale delle suore figlie di S. Anna per l’Eritrea) e suor Antonietta Asefau (responsabile del progetto della “Promozione Donna Eitrea”), hanno tratteggiato la situazione di grave povertà che esiste oggi in questa nazione e le opere di solidarietà da anni in corso di attuazione.
Particolarmente toccante, poi, la testimonianza dell’ing. Stefano Morocutti, un ingegnere friulano che, una decina di anni fa, dopo aver perso la moglie e dopo aver deciso di vendere la sua azienda, ha lentamente trovato la fede e l’entusiasmo di donarsi al prossimo e, attraverso il prossimo, a Dio.
«Non negavo l’esistenza di Dio, ma la cosa non mi interessava più di tanto» ha ammesso. «Poi ho iniziato a pormi una serie di domande sul significato della mia presenza in questo mondo, e l’angoscia esistenziale è andata impossessandosi di me. Ho sentito quindi l’esigenza di passare nel ruolo di dama nella danza della vita, facendomi condurre da qualcuno che mi indicasse la strada».
L’ing. Morocutti si è quindi stabilito in Eritrea per offrire aiuto materiale e competenze alle popolazioni locali. E’ stato lui a ricordare che servono 700-800.000 euro per realizzare l’orfanotrofio e che ora la somma disponibile ammonta a 200.000 euro.
Appello raccolto dal sindaco Francesco Massaro.
«Per il piccolo, assicuro la disponibilità del Comune di Manduria» ha affermato il sindaco. «Per le grande risorse deve essere la comunità a decidere come impiegarle. Sarebbe auspicabile che le tante associazioni di volontariato della città sposassero un progetto così grande come questo».
La serata è stata chiusa con l’applaudita esibizione del coro “La banda di bambù” del III Circolo Didattico di Manduria, diretto dal maestro Salvatore Moscogiuri.










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