Basta con gli insensati pregiudizi e le accuse, lasciamo al mondo, alle emozione, all’originalità e al cambiamento la possibilità di esprimersi
Sebbene possiamo ritenerci evoluti rispetto al modello dei nostri antenati, tutt’oggi continuiamo a manifestare, purtroppo, atteggiamenti e mentalità molto più primitive di quelle che il più delle volte mostravano i nostri antenati stessi.
Nell’epoca in cui gli indigeni americani pensarono di potersi arricchire sfruttando il lavoro altrui, il lavoro di uomini e donne che, poichè apparentemente differenti venivano giudicati fuori dalla normalità, nacque uno di quei concetti che s’instaurò nelle menti degli uomini e che, ancora oggi, continua a sopravvivere: la paura del diverso.
Si, perchè quando gli uomini bianchi che anticamente avevano degli stili di vita più avanzati e moderni rispetto agli uomini di colore che scovarono in Africa, s’imbatterono in essi, i nativi africani, notarono subito una forte differenza che sin da subito incusse paura, contro la quale gli uomini bianchi reagirono bruscamente perchè spaventati da quel diverso, perchè ancora non abbastanza preparati, non abbastanza maturi per reggere un confronto con l’altro. Per questo, la loro reazione è stata un misto di spavento nei riguardi della novità che si è subito mutata in difesa, quindi in pretesa di superiorità.
Da lì, infatti, da quei tempi a noi oramai abbastanza lontani, cominciarono a nascere i primi commerci di schiavi neri che venivano trasportati in America e lì sfruttati e mal trattati da uomini che si credevano superiori solo perchè inconsciamente spaventati dall’altro, confusi da una tonalità di pelle più scura.
La reazione dei nativi americani però, vista con gli occhi di oggi potrebbe anche essere comprensibile considerando l’antichità dei tempi in cui avvennero questi primi fenomeni di cambiamento, e considerando anche che si trattava di uno dei primi rapporti che uomini di etnie così diverse iniziavano ad avere.
Eppure, quel tipo di mentalità così immaturo ed abietto persiste tutt’oggi. La gente ha paura del confronto, è intimorita dal diverso, in ogni ambito. E’ come se non riuscisse ad afferrare la possibilità di poter sfruttare l’altro come risorsa, l’altro che con la sua storia, con le sue radici, con le sue guerre e le sue paci, le sue sconfitte e le sue vittorie, i suoi modi di dire, i suoi sorrisi e le sue sofferenze ha scritto una delle tante pagine di storia come ognuno di noi ha fatto sin da quando la specie umana è stata generata.
Alcuni psicologi moderni sostengono che la gente oggi abbia paura di poter vedere nel diverso, qualcosa che potrebbe identificarsi con se stesso e per questo, poichè il diverso oramai si è istaurato nella mentalità di quella stessa società con cui abbiamo a che fare tutti i giorni come qualcosa di brutto, di sbagliato, da cui tenersi alla larga, si cerca sempre di evitarlo, appunto per paura di potercisi identificare.
Sono passati migliaia di anni dai tempi in cui i nostri nonni videro per la prima volta con occhi sbarrati il viso nero di un uomo, ma da allora quella paura non è mai stata sconfitta. E’ come se, da generazione in generazione, ci fosse stata trasmessa cosi che, seppur inconsciamente, non possiamo fare a meno di provarla e quindi di volerci difendere.
Quando venne abolita la schiavitù in America infatti, i pregiudizi nei confronti degli uomini di colore continuarono a vivere, e vivono tutt’oggi, inutile negarlo. Vivono nella società, quella società basata ormai su principi ferrei, su convinzione indelebili. Si tratta di rigidi schemi che hanno limitato le nostre menti; così, avendo una mentalità chiusa e limitata, non facciamo che limitare di conseguenza tutto ciò che abbiamo davanti, anche le emozioni, i sentimenti.
L’amore. Siamo arrivati a limitare persino l’amore. A concepirlo secondo “canoni” di cui tutti sono a conoscenza, e non più liberamente. Additiamo l’amore quando lo vediamo affiorare, manifestarsi in qualcosa o qualcuno che la nostra mentalità non riesce a concepire. Additiamo due uomini o additiamo due donne, senza renderci conto che quello che c’è alla base è sempre lo stesso sentimento, sempre quello, quello che proviamo noi quando stringiamo la mano del nostro ragazzo o della nostra ragazza, quello che prova una madre quando osserva il suo bambino crescere, quello che prova un padre quando guarda suo figlio andare in guerra, quello che prova un bambino quando gioca col fratello.
Il sentimento è sempre quello, è quello da millenni, da milioni di anni, è sempre quello da quando l’uomo ha fatto la sua prima comparsa su questo pianeta nella notte dei tempi. Non lo si può comandare, non si può prestabilire la sua direzione, il suo verso. Non gli si può imporre un senso, neanche quando esso sfugge alle regole della natura. Non si può, perchè è una forza a parte, indipendente, che non dimora nel cervello, dunque è assurdo poter concepire l’idea di accettarlo secondo i canoni mentali, dato che con la mente esso non c’entra assolutamente nulla. Quando lo si prova, la sua forza inizia a straripare come un fiume in piena, a fluttuare come sangue da un’arteria ferita, a bruciare come fiamme, distruggendo ogni cosa: annegando pregiudizi, coagulando ferite, insulti, bruciando accuse, sguardi distorti.
Quando un uomo ama
sale in alto in cima al mondo
e guarda gli altri dal basso
gli altri che non sono niente
che diventeranno polvere.
Il suo amore invece
resterà in eterno
lo troverai sempre là,
dove inizia l’universo,
accanto alla forza di gravità
a spingere avanti il mondo
Dobbiamo evolverci. Com’è vero che siamo stati bravi ad evolverci tecnologicamente, scientificamente e culturalmente, dobbiamo evolverci anche a livello di maturità . E’ facile parlar bene di progresso globale, di evoluzione, quando poi mentalmente siamo sempre ancora chiusi come ricci. Come i nostri nonni, conserviamo ancora quell’inconscio timore, quel rifiuto al confronto, e in base a questo costruiamo società ristrette, tecnologicamente avanzate ma poi mentalmente e moralmente sottosviluppate, antiche. Basta con gli insensati pregiudizi e le accuse, lasciamo al mondo, alle emozione, all’originalità e al cambiamento la possibilità di esprimersi.
“Voi per primi dovete essere il cambiamento che desiderate vedere in questo Mondo!
[Ghandi]
Chiara E. D’Ostuni