«Non mi voleva bene», la sua giustificazione
Un dramma del disagio psichico. Marcello Recchia, 35 anni, un presente e un passato caratterizzati da problemi psichici, ieri pomeriggio ha ucciso, sgozzandola con un coltello da cucina, la madre, Tommasina Ugolotti, 77 anni.
L’omicidio si è consumato nell’abitazione al civico 89 di via Risorgimento, periferia di Latiano. Il delitto è avvenuto poco dopo le 17. Dopo essere rimasto un’ora solo con la madre morta in casa, alle 18, è stato proprio il 35enne a chiamare il «112».
«Venite a casa - ha detto al carabiniere che ha risposto alla telefonata – ho ucciso mia madre».
E quando la prima pattuglia dei militari dell’Arma è arrivata sul posto è stato lui stesso ad aprire la porta per far entrare i militi. Per Tommasina Ugolotti ormai non c’era più niente da fare. I militi hanno trovato l’anziana donna in cucina, riversa sul pavimento in un lago di sangue. È stato il figlio della vittima - omicida reo confesso - a raccontare agli investigatori quello che era successo.
Marcello Recchia, che in serata è stato dichiarato in arresto e portato in carcere, a Brindisi, ha detto che un’ora prima aveva avuto con la madre l’ennesima discussione. Ad un certo punto lui ha afferrato un coltello da cucina e, prendendola alle spalle, ha tagliato la gola alla madre. Il ragazzo ha aggiunto di aver assestato all’anziana genitrice un secondo fendente, ma da un primo esame sul corpo, gli investigatori non hanno trovato traccia della seconda coltellata.
Gli elementi raccolti sul luogo del delitto dai carabinieri - coordinati sul posto dal capitano Ferruccio Nardacci, comandante la Compagnia di San Vito - confermano in tutto e per tutto il racconto di Marcello Recchia. Tant’è che il magistrato inquirente, il sostituto procuratore Raffaele Casto, non ha inviato sul posto neanche il medico legale. Gli è bastata la relazione del medico del 118.