Ecco il testo della lettera aperta: «Ancora una volta ha mostrato il solito segnale, quello di chi non vuole assumersi, fino in fondo, responsabilità»
Caro Sindaco Stefàno,
in riferimento alla sua ordinanza n°14 del 25 febbraio 2012, mi permetta di rivolgerLe alcune mie considerazioni.
Queste Sue prescrizioni e osservazioni le avrebbe potute, anzi dovute fare, in sede di discussione Aia e invece non le ha mai presentate.
Anzi, in quell’occasione ha, insieme ai suoi colleghi istituzionali, Florido e Vendola, gioito per la concessione, appunto, di tale Aia all’Ilva.
Aia che non ha tenuto conto delle gravi irregolarità evidenziate dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri e riscontrate nel corso delle indagini e degli appostamenti riguardanti lo stabilimento dell’Ilva.
Aia, che ha dato la possibilità di inquinare ancora di più!
Lei, caro Sindaco Stefàno, invece, in quell’occasione, si è mostrato felice e consenziente.
Tornando alla sua tardiva ed ambigua ordinanza, tra le altre cose (sembra più una mossa pre-elettorale), manca un ordine perentorio e preciso, i termini che utilizza (“lungo periodo”, “breve periodo”, “tecnicamente adeguato”) non impongono nulla di preciso.
Ancora una volta ha mostrato il solito segnale, quello di chi non vuole assumersi, fino in fondo, responsabilità.
Ora, dopo questa Sua “uscita”, non ci venga a dire che è un primo passo per combattere l’inquinamento a Taranto, le stesse parole imbarazzanti usate per elogiare la truffaldina legge regionale, chiamata, impropriamente, “anti-diossina”.
Queste Sue prescrizioni e osservazioni le avrebbe potute, anzi dovute fare, in sede di discussione Aia e invece non le ha mai presentate.
Anzi, in quell’occasione ha, insieme ai suoi colleghi istituzionali, Florido e Vendola, gioito per la concessione, appunto, di tale Aia all’Ilva.
Aia che non ha tenuto conto delle gravi irregolarità evidenziate dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri e riscontrate nel corso delle indagini e degli appostamenti riguardanti lo stabilimento dell’Ilva.
Aia, che ha dato la possibilità di inquinare ancora di più!
Lei, caro Sindaco Stefàno, invece, in quell’occasione, si è mostrato felice e consenziente.
Tornando alla sua tardiva ed ambigua ordinanza, tra le altre cose (sembra più una mossa pre-elettorale), manca un ordine perentorio e preciso, i termini che utilizza (“lungo periodo”, “breve periodo”, “tecnicamente adeguato”) non impongono nulla di preciso.
Ancora una volta ha mostrato il solito segnale, quello di chi non vuole assumersi, fino in fondo, responsabilità.
Ora, dopo questa Sua “uscita”, non ci venga a dire che è un primo passo per combattere l’inquinamento a Taranto, le stesse parole imbarazzanti usate per elogiare la truffaldina legge regionale, chiamata, impropriamente, “anti-diossina”.
Gregorio Mariggiò
Ecologisti e Reti Civiche - Verdi Europei