L’idea della biobanca è del dott. Mauro Minelli (direttore del centro Imid - unità operativa dedicata alle malattie immunomediate e ambiente-correlate)
Una banca biologica per monitorare le cellule dei militari che partono in missione di pace. Un’idea che potrebbe interessare Brindisi, vista la presenza del Battaglione “San Marco”, uno dei reparti militari maggiormente impegnati in questi delicati compiti. In tal modo, si potrebbero verificare le modificazioni cellulari di questi soggetti attraverso prelievi eseguiti prima, durante e dopo la missione e stabilire se l’esposizione ad agenti ambientali (uranio e altri metalli) esercita davvero azione di danno e che tipo di azione.
Un rischio questo che anche a Brindisi si è sperimentato in un paio di casi legati alle tragiche ripercussioni subite da militari tornati da missioni all’estero. Ma calzerebbe a pennello per la nostra città anche in ragione del fatto che tale ipotesi operativa potrebbe essere immaginata per altre opzioni di prevenzione, come per accertare le conseguenze derivanti dalle emissioni dell’inceneritore.
L’idea della biobanca, già sperimentata con successo a Chieti, è del dott. Mauro Minelli (direttore del centro Imid - unità operativa dedicata alle malattie immunomediate e ambiente-correlate e centro di riferimento regionale per le malattie da uranio impoverito e da metalli pesanti - presso il presidio “San Pio da Pietrelcina” di Campi Salentina) che la riproporrà in occasione di un importante congresso internazionale in programma a Lecce da domani e sino al 10 marzo, con l’intervento di famosi scienziati e professori universitari italiani e stranieri (provenienti anche dagli Stati Uniti).
La proposta della biobanca verrà fatta davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, alla presenza del ten. gen. Federico Marmo. Un’idea che potrebbe trovare attuazione nello stesso centro Imid da lui diretto, in considerazione della sua efficienza nel panorama sanitario regionale, della struttura all’avanguardia e del personale altamente specializzato. Ma nel corso dei lavori del congresso si parlerà dell’opportunità dell’impiego terapeutico delle cellule staminali nelle malattie immunologiche.