La risposta di Alberto Chimienti: «Essendo una struttura privata, le competenze sono della Asl, che non esiterò a coinvolgere»
Una lettera aperta al sindaco di Maruggio, Alberto Chimienti, per avere maggiori notizie sulle condizioni dei cani ricoverati in una struttura privata di questo comune e per stimolare il primo cittadino a far rispettare il diritto di vivere degli animali randagi.
A inviarla è il Comitato Consultivo Difesa Animali, cui aderiscono alcune associazioni animaliste italiane (alcune sezioni di Animal Europe Emergency Group, poi ancora “Nati Liberi”, “Gaia” e “Il collarino rosso”). Lettera firmata da centinaia di animalisti, alcuni di Manduria, ma la maggior parte di altre regioni italiane.
In questa lettera si sostiene che «al cancello del canile non sono esposti orari di apertura al pubblico e nessuno vi può fare accesso liberamente per visitare la struttura, operare all’interno come volontario o per adottare i cani in esso ospitati». Seguono dei giudizi poco lusinghieri sulla gestione del canile e sulle condizioni dei cani stessi. Si fanno poi riferimenti anche ad un sopralluogo della Forestale che sarebbe avvenuto alcuni anni fa, «dal quale emersero delle irregolarità: gran parte dei cani sono tenuti in spazi recintati sulla terra, non vi sono alberi che li proteggono dal caldo torrido delle nostre estati, mentre d’inverno i loro unici ripari sono delle piccole strutture realizzate in cemento».
Gli animalisti sostengono ancora che, secondo le disposizioni della legge, «ogni canile deve permettere obbligatoriamente l’accesso dei visitatori all’interno della struttura, con orari e giorni di apertura al pubblico ben specificati all’ingresso, in modo da incentivare le adozioni e contrastare la segregazione dei cani, a vita, nel canile stesso».
Nella lettera si invita il sindaco Chimienti, quindi, ad «un sollecito intervento al fine di verificare la realtà dei fatti e le condizioni di detenzione e salute dei cani, e imporre al gestore del canile di aprire al pubblico con orari prestabiliti e affissi all’ingresso.
Desideriamo un’informazione (legge 24090 sulla trasparenza atti amministrativi), in merito al numero dei cani ricoverati, a quelli che sono stati adottati nel corso di un anno (2011 ovviamente) e quanti ne sono morti; quanto costa ai comuni mantenere i propri cani in un canile come questo in un mese e la relativa retta giornaliera».
Dal primo cittadino arriva innanzitutto una precisazione.
«L’organo che ha competenze per i controlli nei canili è la Asl» sostiene Alberto Chimienti. «Peraltro la struttura è anche privata. Non ho ricevuto questa lettera, ma, se necessario, non avrei difficoltà a chiedere il sopralluogo alla Asl. A me risulta che la struttura abbia le prescritte autorizzazioni sanitarie. Cosa facciamo noi per i randagi? Abbiamo lanciato una campagna di sterilizzazione, dotando i cani, opportunamente anagrafate, dei collari di riconoscimento».