sabato 23 novembre 2024
La quarta legislatura consecutiva si chiude in modo traumatico: quasi un record per Manduria
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traumatico, senza riuscire a rispettare, cioè, la propria scadenza naturale. Probabilmente un record negativo per una città che avrebbe bisogno, invece, della massima stabilità amministrativa per pianificare il rilancio di un’economia che accusa un preoccupante periodo di stagnazione.
traumatico, senza riuscire a rispettare, cioè, la propria scadenza naturale. Probabilmente un record negativo per una città che avrebbe bisogno, invece, della massima stabilità amministrativa per pianificare il rilancio di un’economia che accusa un preoccupante periodo di stagnazione.La stessa sorte accomuna, nell’ordine, la seconda Amministrazione guidata da Gregorio Pecoraro (centrosinistra), quella guidata da Antonio Calò (centrodestra), quella guidata da Francesco Massaro (centrosinistra), e quest’ultima guidata da Paolo Tommasino, che non è riuscita a raggiungere neppure la scadenza dei primi due anni di mandato. Stessa sorte nonostante la gran parte di esse avessero ricevuto consensi plebiscitari dagli elettori (quella con Calò sindaco potè contare su un premio di maggioranza supplementare in quanto superò il 60%).
A determinarla, questa volta, sono state le forze di centrosinistra (Pd, Udc, Verdi) e i consiglieri che si sono staccati dall’originaria coalizione di maggioranza (il rappresentante del Fli Muscogiuri, eletto con Alleanza per l’Italia di Pionati e i tre consiglieri del Gruppo Autonomo Misto, Moccia e D’Uggento eletti con il PdL e Attanasio eletto con la Lista Girardi).
Essendo già trascorso da quasi un mese il termine per poter essere inseriti nel turno elettorale del 6 maggio prossimo, il Comune di Manduria dovrà quindi attendere non meno di 14 mese per riavere l’organo elettivo deputato ad amministrare la città,
«Un commissariamento così lungo sarebbe l’ennesima iattura per la nostra città» era stato il commento di Tommasino prima che i consiglieri di opposizione depositassero le firme. «Abbiamo avviato l’iter di tante opere, che sarebbe un peccato interrompere. Così come non bisogna sottovalutare il rischio di dissesto per le casse comunali».
Ma il destino della sua Amministrazione era già segnato.
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