Nel cestino per il sindaco pare ci fosse tutta roba freschissima: spigoloni, scampi, cozze pelose, noci bianche, astici ed ostriche imperiali, in quantità talmente abbondanti da poter preparare un ricco pranzo per sedici persone
Non badavano a spese, i Degennaro, quando acquistavano i pacchi dono per il sindaco Emiliano. Per una cassetta a base di pesce fresco pagavano dai 500 ai 700 euro, l’equivalente di una fornitura di antipasti misto crudo per cento coperti di una sala ricevimenti. Se poi ci aggiungevano qualche bottiglia di champagne, vino e formaggi, il conto poteva salire fino a mille euro.
Tutta roba di prima scelta, tranne gli allievi di Molfetta taroccati. Nel cestino da favola indirizzato al primo cittadino (e ad altri politici locali) c’erano in realtà le seppioline della Tunisia, praticamente una replica fedele di quelle locali, ma certamente surgelate. Nemmeno con i buoni uffici di Gerardo e Daniele Degennaro, agli arresti domiciliari da martedì scorso, il fornitore dei cestini avrebbe potuto rintracciare anche un solo allievo fresco molfettese a fine dicembre, come invece risulta agli atti delle indagini della procura della Repubblica sul presunto sistema di favori legato agli appalti più importanti realizzati a Bari negli ultimi anni.
«Se è merce di prima qualità, è altrettanto gustosa - spiega Nicola Fornarelli, titolare di una nota pescheria nel centro murattiano - ma quelle locali si trovano in commercio soltanto da maggio a settembre».
Lo stesso dichiarano gli altri commercianti. A parte le seppioline tunisine, pare che nel cestino per il sindaco ci fosse tutta roba freschissima: spigoloni, scampi, cozze pelose, noci bianche, astici ed ostriche imperiali, in quantità talmente abbondanti da poter preparare un ricco pranzo per sedici persone. Del resto il pacco dono arrivato sotto l’albero di Michele Emiliano era stato confezionato da Vito Carofiglio, detto Gagang, uno che di frutta di mare, astici e pesce fresco se ne intende da una vita. Non a caso rifornisce le cucine di Riva del Sole, Villa Camilla, l’hotel Sheraton. Dal canto suo, Carofiglio non ha molta voglia di commentare l’ac - caduto, ma una cosa vuole chiarirla: «Non ho mai consegnato niente a terzi. Gerardo, Daniele e Vito Degennaro sono miei clienti affezionati da 45 anni e a loro ho portato tante volte il pesce fresco, ma ad altri mai. Altre volte sono venuti loro collaboratori a prendere la merce, ma a me compete solo di fornire quello che mi chiedono. In ogni caso – conclude – non ho confezionato alcun cestino a Natale scorso». I militari della guardia di finanza sono stati alla pescheria di Gagang ed hanno portato via tutte le fatture dal 2007 ad oggi, alla ricerca dei riscontri contabili alle circostanze emerse dalle intercettazioni telefoniche.