martedì 26 novembre 2024


19/03/2012 07:25:15 - Salento - Attualità

Malformazioni alla nascita: +18% rispetto alla media europea

 
Indifferenza e silenzio sull’inquietante aumento di malformazioni congenite, in modo particolare di tipo cardiovascolare, nei bimbi nati da donne residenti a Brindisi. I dati rilevati da uno studio di ricercatori del Cnr di Lecce, pubblicati esattamente un anno fa dalla Gazzetta e ripresi da altri giornali e tv locali, non hanno prodotto interventi incisivi e responsabili. Eppure, a rileggerli, la loro gravità appare evidente. Non preoccupa che tra il 2001 e il 2009 a Brindisi su 8.503 nascite siano state registrate 194 malattie congenite di diversa gravità? E che, nel capoluogo, i neonati che presentano malformazioni alla nascita siano il 18% per cento in più rispetto alla media europea, mentre quelli con malformazioni cardiovascolari superano addirittura la soglia record del 68%? E non è tutto. Alla quota di «sopravvissuti» si deve aggiungere un 50% di concepiti con anomalie, molti dei quali vanno incontro a morte fetale precoce (aborto) o tardiva (nati morti), o vengono interrotti a causa di diagnosi prenatale precoce.
 
LO STUDIO - Obiettivo dello studio (di cui sono autori Emilio Gianicolo e Antonella Bruni, ricercatori dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce), risultato dell’analisi delle schede di dimissioni ospedaliere, relative al periodo 2001- 2009, è quello di sollecitare interventi di prevenzione sul territorio insieme all’istituzione del Registro delle malattie congenite di cui, ancora oggi, la Puglia non è dotata. Avere un registro ridurrebbe i tempi per identificare e testare una situazione di allarme sia che derivi da un preciso fattore ambientale o da causa non conosciuta. Inoltre, disporre di una mappatura delle maggiori anomalie, è basilare per programmare interventi e approfondimenti. Si deve recuperare il tempo perduto. D’altra parte, giungono di continuo conferme scientifiche relative allo stretto legame esistente tra inquinamento e malformazioni dei bambini. In un recente studio condotto in Cina e pubblicato su «Pnas» si afferma che pesticidi e prodotti della combustione di olio e carbone aumentano del 450% il rischio di sviluppo di malformazioni fetali come anencefalia o spina bifida.










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