Il consigliere regionale: «Ma tra tre anni l’aeroporto di Grottaglie dovrà dimostrare di essere in grado di “sostenersi” o con una gestione autonoma o, al massimo, usufruendo di contributi degli enti territoriali o dei privati»
«Una importante novità per l’aeroporto di Grottaglie: finalmente si può iniziare a programmare il futuro dello scalo sulla base di certezze “nazionali” e non dei desiderata, peraltro spesso legittimi e condivisibili, di associazioni e politici locali.
Nei giorni scorsi, dopo due anni di consultazioni istituzionali a tutti i livelli e un “passaggio” finale nel Consiglio di Amministrazione dell’ENAC, è stato consegnato al Governo il Piano nazionale degli aeroporti, un lavoro frutto di un master plan commissionato dall’ENAC a One Work-Kmpg-Nomisma.
Il sottosegretario alle infrastrutture Mario Ciaccia ha già annunciato che il Governo adotterà presto il Piano quale atto fondamentale per la politica infrastrutturale nazionale.
Rispetto ad una prima stesura che di fatto prevedeva la chiusura di 18 aeroporti “di servizio”, tra questi il “Marcello Arlotta” di Grottaglie e il “Gino Lisa di Foggia, la versione definitiva del Piano lascia invece una possibilità per consentire la sopravvivenza futura di questi scali.
Secondo il documento, infatti, nei prossimi tre anni si dovranno verificare “le condizioni di sostenibilità economiche che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione”; in quel momento “per quegli scali che non dimostrassero il riequilibrio economico-finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati, anche all’interno di progetti di sviluppo territoriale integrato, senza comunque impegno di oneri a carico dei contribuenti”.
Tradotto: tra tre anni l’aeroporto di Grottaglie dovrà dimostrare di essere in grado di “sostenersi” o con una gestione autonoma o, al massimo, usufruendo di contributi degli enti territoriali o dei privati. Come raggiungere questo traguardo?
Sui contributi degli enti territoriali non possiamo fare affidamento: é a tutti ben chiaro che negli ultimi anni la Regione Puglia ha fatto di tutto per affossare le aspirazioni dell’aeroporto di Grottaglie, tra l’altro immaginando di realizzare un aeroporto merci a Bari-Palese.
La Provincia di Taranto dovrebbe essere chiusa tra un anno, mentre il Comune di Taranto -stremato dai cinque anni della politicamente dissennata gestione Stefano - non sembra avere a disposizione fondi sufficienti, né tanto meno la progettualità che è mancata in ogni settore della vita amministrativa comunale.
L’unica chance per arrivare ad una gestione autonoma dello scalo consiste, dunque, nel riuscire ad attrarre capitali privati, ovvero quelli di grandi aziende interessate alle potenzialità di Grottaglie quale aeroporto cargo di un grande hub di merci a livello europeo, un sistema intermodale che ha nel porto di Taranto il suo principale volano, e nel distripark e nella piastra logistica importanti fattori di sviluppo.
In passato l’olandese KLM si dichiarò interessata a Grottaglie, trattative che dovrebbero essere al più presto riprese dai soggetti a ciò istituzionalmente deputati. In parallelo è, altresì, necessario ipotizzare anche lo sviluppo del “traffico passeggeri”, sempre con le medesime modalità.
Riuscirà la classe dirigente del nostro territorio a cogliere e sostenere questa ultima opportunità per la sopravvivenza e il rilancio dell’aeroporto di Grottaglie?»
Arnaldo Sala
Consigliere regionale PdL